30 Sep, 2025 - 15:37

Maria Rosaria Boccia a giudizio: cosa rischia l’ex consulente di Sangiuliano?

Maria Rosaria Boccia a giudizio: cosa rischia l’ex consulente di Sangiuliano?

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Maria Rosaria Boccia. 

All’imprenditrice, ex consulente del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, vengono contestati i reati di stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum. 

L’indagine, come noto, prende le mosse dalla denuncia presentata da Sangiuliano dopo i fatti dell’estate 2024, quando la stampa riportò prima la presenza insolita della Boccia nello staff del ministro e poi la relazione tra i due. Lo scandalo si concluse con le dimissioni del ministro.

Secondo l’accusa, proprio la relazione affettiva sarebbe stata caratterizzata da comportamenti persecutori e pressioni da parte di Boccia, che avrebbe fatto leva sul legame personale con il ministro per ottenere la nomina a consulente del ministero.

Caso Boccia-Sangiuliano: arriva il rinvio a giudizio 

La notizia del rinvio a giudizio di Maria Rosaria Boccia è stata accolta con favore da Silverio Sica e Giuseppe Pepe, legali dell’ex ministro, che hanno annunciato la costituzione di parte civile.

“È questo il primo momento giudiziario che conferma la verità di Gennaro Sangiuliano. Siamo certi che il prosieguo del processo confermerà tutte le ipotesi accusatorie formulate dalla Procura”, hanno dichiarato.

La richiesta di rinvio a giudizio rappresenta certamente una buona notizia anche per Gennaro Sangiuliano, che nell’ultimo anno ha più volte sottolineato le ripercussioni che la vicenda ha avuto non solo sulla sua vita privata e familiare, ma anche sulla sua reputazione pubblica e politica.

Cosa rischia Maria Rosaria Boccia?

A Maria Rosaria Boccia vengono contestati i reati di stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum. 

L’imprenditrice rischia pertanto diverse conseguenze penali, in caso di condanna. Per il reato di stalking aggravato, in caso di condotte altamente persecutorie, la legge prevede infatti fino a sei anni di reclusione. Per il reato di lesioni, la pena può arrivare fino ai tre anni; per le interferenze illecite, alcuni reati possono comportare fino a due anni di reclusione. 

Inoltre, se il giudice accoglierà la costituzione di parte civile di Sangiuliano, in caso di colpevolezza Boccia potrebbe anche dover risarcire i danni patrimoniali e morali all’ex ministro.

I fatti del caso Boccia-Sangiuliano

L’affaire Boccia-Sangiuliano inizia nell’agosto 2024, quando con un post Maria Rosaria Boccia annuncia sul suo canale Instagram la nomina a "Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi". L’anomalia finisce immediatamente sotto la lente della stampa.

Nei giorni successivi, infatti, il Ministero della Cultura smentisce ufficialmente la nomina e qualsiasi rapporto istituzionale tra Boccia e il ministro Sangiuliano.

I post di Maria Rosaria Boccia sembrano però contraddire il Ministero: la donna viene ritratta in più occasioni ufficiali, come gli incontri a Pompei per l’organizzazione del G7 della Cultura, accanto al ministro. 

Scoppia lo scandalo e, in lacrime, Sangiuliano ammette pubblicamente di aver avuto una relazione extraconiugale con Boccia e di aver avviato l’iter per assumerla, fermandosi poi prima del completamento. 

L’ammissione al TG1 non basta a spegnere il caso: pochi giorni dopo, Sangiuliano è costretto a lasciare l’incarico di ministro e a ritirarsi temporaneamente dalla vita pubblica.

Indagini e prove presentate dalla Procura di Roma

Finito lo scandalo mediatico, inizia l’affare giudiziario. 

Nel settembre 2024, Sangiuliano presenta un esposto alla Procura di Roma, denunciando l’ex consulente per tentata estorsione e pressioni illecite.

La Procura avvia le indagini per lesioni personali — Sangiuliano consegna agli inquirenti la foto di una grave ferita alla testa, che a suo dire sarebbe stata procurata da Boccia — oltre che per stalking e interferenze illecite nella vita privata. 

Boccia subisce una perquisizione, durante la quale le vengono sequestrati dispositivi e materiale informatico.

Le indagini si concludono a luglio di quest’anno: secondo la Procura, Boccia avrebbe posto in essere “condotte reiterate, ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale” di Sangiuliano.

Il caso Sangiuliano arriva in Tribunale

Secondo gli inquirenti, come riportato nell’atto di accusa, Boccia avrebbe dapprima “chiesto velatamente, poi in modo sempre più esplicito” una nomina fiduciaria da parte dell’allora ministro, esercitando pressioni anche per “essere portata a conoscenza dei colloqui istituzionali” che Sangiuliano teneva, così come di quelli con il proprio staff. 

Non solo: per mantenere il controllo, Boccia avrebbe costretto il ministro a rivelarle password e strumenti per accedere alle sue applicazioni. 

Con oggi, si avvia la fase giudiziaria del caso: con la richiesta di rinvio a giudizio, Maria Rosaria Boccia – che ha sempre rifiutato le accuse e difeso la sua versione dei fatti - dovrà infatti rispondere in tribunale delle accuse mosse dalla Procura.

 

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