Cortei e blocchi in tutta Italia si sono accesi nella serata del 1 ottobre, dopo che le imbarcazioni della Global Flotilla sono state abbordate e bloccate delle autorità israeliane in prossimità della costa di Gaza.
Migliaia di attivisti pro-Palestina sono scesi in piazza per protestare. A Roma la tensione sale mentre il corteo, partito da San Lorenzo, è diretto verso Palazzo Chigi, simbolo del governo, mentre altre grandi città – tra cui Napoli, Bologna, Milano e Genova – sono teatro di manifestazioni spontanee e dirompenti, paralizzando snodi ferroviari e il traffico urbano.
Nella capitale, un migliaio di persone si sono radunate in Piazza dei Cinquecento, davanti alla Stazione Termini, sventolando bandiere palestinesi e intonando cori come “Free, Free, Palestine” e “Blocchiamo tutto il Paese”.
Il traffico nelle adiacenze è stato letteralmente paralizzato: la circolazione ferroviaria è stata interrotta, diverse strade sono state occupate e la polizia ha istituito un cordone di sicurezza, deviando il flusso delle auto e isolando la zona per mantenere l’ordine pubblico.
La manifestazione, nata in segno di solidarietà con la Flotilla, si è via via ingrossata mentre altre persone si sono unite alla marcia diretta verso Palazzo Chigi, luogo nevralgico delle istituzioni italiane.
Scene simili si sono verificate a Napoli, dove attivisti della rete Pro Pal insieme agli studenti del Collettivo Autorganizzato Universitario hanno occupato i binari della stazione Centrale, causando una sospensione totale della circolazione dei treni, dai Frecciarossa ai regionali.
Le proteste hanno generato forti disagi per i viaggiatori e un blocco prolungato del traffico ferroviario in ingresso e uscita dalla città.
Anche a Bologna, Milano e Genova la mobilitazione è stata intensa: tra presidi, cortei e appelli a “bloccare tutto” la tensione è alta nei grandi snodi urbani e nelle università.
Al centro della mobilitazione vi è l’abbraccio alle missioni civili dirette a Gaza, bloccate dalla marina militare israeliana poco prima delle coste della Striscia.
Gli attivisti denunciano l’attacco come un’aggressione contro “persone inermi” e una violazione del diritto internazionale, esigendo un immediato intervento delle autorità italiane.
“Se toccano la Flotilla, toccano tutti”, è lo slogan che riecheggia sui social e negli interventi pubblici degli organizzatori, decisi a mantenere alta l’attenzione internazionale sulla crisi umanitaria nel territorio palestinese.
Numerosi collettivi e sindacati di base, come Usb e Cambiare Rotta, hanno preso parte alle iniziative, rilanciando appelli alla pace e alla fine dell’assedio di Gaza.