02 Oct, 2025 - 09:22

Concorso scuola PNRR 3 2025, 58.000 posti in arrivo: requisiti, prove, domande e criticità

Concorso scuola PNRR 3 2025, 58.000 posti in arrivo: requisiti, prove, domande e criticità

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è pronto a lanciare un nuovo concorso scuola nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si tratta della terza procedura selettiva legata al programma europeo, che metterà a disposizione circa 58.000 posti per insegnanti da coprire nel triennio 2025/2026, 2026/2027 e 2027/2028.

Il bando PNRR 3 è atteso tra ottobre e novembre 2025. Le selezioni coinvolgeranno tutti i gradi scolastici, sia su posto comune che su sostegno.

Quanti posti sono disponibili e dove

Il nuovo concorso si annuncia come uno dei più importanti degli ultimi anni per il reclutamento del personale docente. In base alle anticipazioni del Ministero, i posti disponibili saranno così distribuiti:

  • 30.759 nella scuola secondaria (primo e secondo grado);
  • 27.376 nella scuola dell’infanzia e primaria.

I numeri si basano sulle stime dei pensionamenti previsti nei prossimi tre anni. Tuttavia, la distribuzione effettiva dei posti potrà variare in base alle regioni e alle singole classi di concorso.

Requisiti per partecipare al concorso scuola PNRR 3

Per partecipare, sarà necessario possedere l’abilitazione all’insegnamento oppure la specializzazione sul sostegno, in base al tipo di posto scelto.

Tuttavia, per la scuola secondaria è prevista una deroga: potranno partecipare anche i candidati non abilitati, se hanno svolto almeno tre anni di servizio nella scuola statale negli ultimi cinque, con almeno un anno nella classe di concorso per cui si candidano.

Saranno ammessi con riserva:

  • I docenti che hanno conseguito il titolo all’estero, in attesa di riconoscimento;
  • Gli iscritti a percorsi abilitanti o di specializzazione sul sostegno, a condizione che ottengano il titolo entro il 31 gennaio 2026.

Come si svolgeranno le prove

Il concorso seguirà una struttura simile ai bandi precedenti. La prova scritta sarà computer based e si comporrà di 50 quesiti a risposta multipla, da svolgere in 100 minuti. Le domande saranno così suddivise:

  • 10 quesiti in ambito pedagogico;
  • 15 su psicopedagogia e inclusione scolastica;
  • 15 su didattica e valutazione;
  • 5 quesiti di inglese (livello B2);
  • 5 su competenze digitali e informatiche.

Per superare la prova scritta servirà un punteggio minimo di 70 su 100. Chi passa allo step successivo affronterà una prova orale, che prevede:

  • Un colloquio disciplinare sulla materia d’insegnamento;
  • Una lezione simulata, preparata sulla base di una traccia estratta 24 ore prima (anche in questa fase sarà verificata la conoscenza della lingua inglese).

Tempistiche: bando, prove e graduatorie

Il Ministero punta a rispettare i tempi fissati dal PNRR. La roadmap prevede:

  • Pubblicazione del bando entro metà ottobre 2025;
  • Prove scritte entro dicembre 2025;
  • Graduatorie pronte entro il 30 giugno 2026, con almeno 30.000 candidati idonei entro quella data.

Le domande di partecipazione potranno essere inviate per soli 20 giorni. Tutto avverrà online, tramite il portale del Ministero.

Le critiche dei sindacati

Il concorso non è esente da critiche. Alcune sigle sindacali del settore scolastico hanno espresso forti riserve sulla nuova procedura, evidenziando la mancanza di una visione complessiva sulle assunzioni già previste e la scarsa valorizzazione dei candidati idonei dei concorsi precedenti, ancora in attesa di stabilizzazione.

C'è anche chi definisce l'iniziativa una replica di selezioni già svolte, sollevando dubbi sull'efficacia del modello e sul rischio di ripetere gli stessi errori organizzativi.

Tra le criticità segnalate, viene inoltre indicata la brevità della finestra temporale per la presentazione delle domande, ritenuta insufficiente per consentire un supporto adeguato e una scelta consapevole da parte degli aspiranti.

Conclusione

Il concorso scuola PNRR 3 rappresenta una grande occasione per migliaia di aspiranti docenti, ma anche una sfida organizzativa per il Ministero.

Se gestito con attenzione, potrà contribuire a rinnovare il corpo insegnante italiano e a rafforzare la qualità della scuola pubblica. Ma senza un coordinamento efficace, rischia di generare nuove frustrazioni e disagi tra i candidati.

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