Prosegue in tutta Italia lo sciopero indetto da CGIL e USB a sostegno della popolazione di Gaza e degli attivisti della Global Sumud Flotilla, fermati da Israele.
Lo sciopero generale, contestato a destra e cavalcato a sinistra — nonostante la Commissione di garanzia sugli scioperi ne abbia dichiarato l'illegittimità per violazione dell'obbligo di preavviso — diventa così l’ennesimo terreno di scontro politico tra maggioranza e opposizione.
Un’opposizione che, a dire il vero, oggi scende in piazza pur senza aver avuto un ruolo significativo nell’iniziativa: che le forze di centrosinistra siano state ampiamente scavalcate da Landini e i movimenti di piazza nel sostegno a Gaza è un dato di fatto, che forse dovrebbe far riflettere i leader politici.
Stamattina la segretaria del PD, Elly Schlein, ha guidato il corteo pro-Gaza partito da piazza Vittorio a Roma, affiancata dal segretario della CGIL, Maurizio Landini.
“Questa bella giornata di manifestazione dimostra che l’Italia è migliore di chi la governa”, ha dichiarato Schlein, rivendicando le ragioni di uno sciopero pacifico: “per dire Palestina libera, per porre fine ai crimini di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania”.
Ma non solo. La mobilitazione, ha sottolineato la leader dem, serve anche a condannare l’arresto degli attivisti della Flotilla, “fermati con un atto di pirateria in acque internazionali”, un fatto “su cui non abbiamo sentito neanche una parola di condanna da parte del Governo”.
Alla condotta del governo ha fatto ironicamente riferimento anche Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla: “Abbiamo appreso dal nostro ministro degli Esteri che il diritto internazionale vale fino a un certo punto. Non capiamo qual è questo punto: forse quando c’entra Israele?”.
Riguardo alle condizioni degli attivisti, la Delia ha precisato che tutti i fermati stanno bene, ma che solo il loro ritorno a casa permetterà di essere completamente tranquilli sulle loro condizioni.
La portavoce ha poi commentato i servizi trasmessi dalla TV israeliana, secondo i quali sulle navigazioni intercettate non sarebbe stata riscontrata traccia degli aiuti umanitari: “È la loro propaganda, sono 80 anni che lo fanno, mostrano quello che vogliono”, ha affermato.
Pur non presente a Roma, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha invece partecipato alla manifestazione in Calabria, dove è impegnato con le regionali. Raggiunto dalla stampa, Conte ha attaccato Meloni:
Di diverso avviso il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che in diretta su Mattino Cinque ha ribadito la sua ferma condanna allo sciopero generale, dichiarato illegittimo dalla Commissione tecnica di garanzia e quindi fuori legge.
Per questo, il ministro ha proposto ieri “pesanti sanzioni, non da mille o duemila euro”, per punire i danni che la giornata di sciopero illegittimo potrebbe arrecare agli italiani.
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, presente anche lui nella piazza di Roma, ha reagito duramente alle parole di Salvini: “C'è un ministro che è un bullo e usa il manganello per attaccare il diritto allo sciopero”, ha dichiarato il deputato di Avs.
“L’attacco di Salvini a questa giornata e le sue minacce ai lavoratori e alle lavoratrici sono indegne di un paese civile. Giù le mani dal diritto di sciopero”, ha aggiunto.
Fuori dalle piazze è rimasto invece Carlo Calenda, leader di Azione.
In polemica con Landini e con l’azione di un sindacato che ha trascurato i diritti dei lavoratori, Calenda ha pubblicato su X un’infografica che ricorda la crisi del settore automotive in Italia. “Quando vi avanza un giorno di sciopero”, ha scritto, richiamando la CGIL alla sua missione: la difesa del lavoro, non la politica internazionale in piazza.
Una posizione simile a quella espressa dal suo ex alleato nel progetto del Terzo Polo, il leader di Italia viva, Matteo Renzi: