03 Oct, 2025 - 18:25

Meloni prepara la terza guerra mondiale ubbidendo alla Nato: 20 miliardi in più per l'esercito

Meloni prepara la terza guerra mondiale ubbidendo alla Nato: 20 miliardi in più per l'esercito

Se c'è una cosa su cui gli europei si sono ritrovati d'accordo in occasione del recente summit di Copenaghen è che devono riarmarsi in quanto tutti credono imminente un attacco alle proprie frontiere da parte della Russia di Putin.

In Italia, qualcuno ha avanzato anche una data: il 3 novembre. E così: la notizia del giorno è che, anziché investire in sanità, scuola, sicurezza, infrastrutture, il Governo Meloni spenderà 20 miliardi in più per rafforzare l'esercito.

La terza guerra mondiale ha sconvolto, oltre l'agenda politica, anche i bilanci degli Stati. E Meloni la prepara con 20 miliardi in più all'esercito.

Ma questa decisione cosa comporta in termini pratici? Che tutti saremo chiamati a fare dei sacrifici.

Meloni prepara l'esercito italiano alla terza guerra mondiale: 20 miliardi in più

Tra gli altri, Carlo Di Foggia del Fatto Quotidiano ha messo i puntini sulle i in questo modo:

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I numeri rilevanti per la manovra si conosceranno solo fra un paio di settimane, ma la sessione di bilancio si apre già con una certezza: le spese militari saliranno di quasi 20 miliardi nel prossimo triennio

Il dato lo si estrapola dal Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica che è stato votato ieri dal Consiglio dei ministri. E, del resto, non lascia nessuno meravigliati se è vero come è vero che l'Italia ha aderito al programma "Safe", una parte del piano di riarmo voluto da Ursula von der Leyen a livello europeo.

Sta di fatto che la cifra di 20 miliardi è più alta di quella ipotizzata in un primo momento.

Nello specifico, sempre secondo il Fatto Quotidiano, le spese per la Difesa saliranno dello 0,15% del Pil l'anno prossimo (3,3 miliardi); dello 0,3% nel 2027 e dello 0,5% nel 2028.

E se è sempre la somma a fare il totale, come direbbe Totò, si tratta di 20-22 miliardi di euro in più in armi anziché in altre cose che forse buona parte degli italiani apprezzerebbe maggiormente.

Le richieste della Nato

Ma tant'é: viviamo tempi difficili. E la Nato è stata chiara: pretende da tutti i suoi Paesi-soci un impegno finanziario molto maggiore rispetto al passato.

Per di più, lo Zio Sam, dall'altra parte dell'Atlantico, non usa certo mezzi termini per costringere l'Europa ad armarsi a sue spese.

Giorgia Meloni, nello specifico, in occasione del vertice dell'Aja dell'Alleanza Atlantica, ha firmato una vera e propria cambiale che ora l'Italia è chiamata a pagare: il nostro Paese deve passare, entro 10 anni, dal 2% al 3,5% del Pil alla voce armamenti.   

La procedura di disavanzo eccessivo

Il nuovo incremento delle spese militari, ha fatto presente il giornale di Marco Travaglio, "è subordinato all'uscita dalla procedura di disavanzo eccessivo": la fonte della notizia è il ministero dell'Economia.

Sta di fatto che l'Italia sarebbe dovuta uscire dalla procedura nel 2026: in primavera, si stimava un deficit al 2,8% del Pil.

Tuttavia, il buon andamento delle entrate ha fatto dire al ministro Giorgetti che l'obiettivo di stare sotto al 3% poteva essere colto già alla fine di quest'anno.

Questo, però, ora non toglie che l'aumento delle spese militari impedisce di stappare le bottiglie di champagne, per usare un eufemismo.

La prossima manovra, anche nelle previsioni di via XX Settembre, avrà impatto zero sulla crescita.

Anzi: all'orizzonte, già si intravedono nuovi tagli alla spesa pubblica e qualche aumento di tasse.

Chi pagherà le nuove spese militari?

Ma, alla fine, chi e come pagherà le nuove spese militari?

Un po' tutti gli italiani, come spiegato. Ma Fratelli d'Italia e Lega pensano anche di tassare in maniera particolare le banche.

Peccato che, a tal proposito, Forza Italia abbia già messo mano alla pistola, per fortuna solo in maniera figurata. Ma non ne vuole sentire nemmeno parlare di quest'ipotesi. 

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