Cambia ancora il volto della rottamazione delle cartelle esattoriali. Il governo è al lavoro su una nuova versione della cosiddetta rottamazione quinquies, che dovrebbe entrare nella prossima Legge di Bilancio 2026.
La misura potrebbe prevedere un piano di pagamento fino a 96 rate mensili, ovvero 8 anni, al posto delle 120 originariamente ipotizzate.
Si tratta di una ridefinizione significativa rispetto al disegno di legge attualmente in discussione al Senato.
L’obiettivo è quello di rendere la rottamazione più flessibile e sostenibile, evitando rate troppo basse o troppo elevate, e facilitando l’adesione da parte dei contribuenti, in particolare quelli con debiti contenuti.
Vediamo come potrebbe essere la rottamazione quinquies nel 2026, ridotta secondo le ultime indiscrezioni.
Una delle principali novità della nuova proposta riguarda la struttura del piano rateale. In passato, uno dei punti critici era rappresentato dalla concentrazione dei pagamenti nelle prime due rate, che ammontavano complessivamente al 20% del debito totale.
Questo meccanismo ha spesso reso difficile l’accesso alla misura per chi aveva importi elevati da saldare.
Con la versione quinquies, invece, si punta a un piano con rate di importo omogeneo, distribuite in modo più uniforme nel tempo.
L’intenzione è quella di semplificare la gestione del debito per i cittadini, rendendo i versamenti meno gravosi, soprattutto nelle fasi iniziali.
Inoltre, per evitare l’erogazione di rate troppo basse, verrà probabilmente fissato un importo minimo per singola rata, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 50 euro.
In questo modo si cerca di evitare costi di gestione sproporzionati rispetto al beneficio economico per lo Stato.
Un altro elemento importante riguarda i requisiti di accesso. A quanto emerge, la nuova rottamazione quinquies non prevederà limiti per i cosiddetti “recidivi”, ovvero per chi ha già aderito alle precedenti edizioni.
Questa scelta punta a massimizzare il numero di contribuenti coinvolti e a incentivare la regolarizzazione di posizioni ancora aperte.
Si valuta inoltre la possibilità di alleggerire la norma sulla decadenza, ovvero la perdita del beneficio in caso di mancato pagamento di una rata.
L’idea è di allineare il meccanismo a quello delle rateizzazioni ordinarie, dove si decade solo dopo più inadempienze consecutive. Questo renderebbe la misura più tollerante verso eventuali ritardi isolati.
Per i debiti di importo elevato, invece, il piano prevede regole più stringenti. In particolare, per chi ha cartelle superiori a 50.000 euro, potrebbe essere introdotto un anticipo obbligatorio fino al 5% dell’importo complessivo.
Il costo stimato dell’intervento si aggira attorno ai 5 miliardi di euro, anche se l’impatto reale dipenderà dai criteri definitivi di accesso e calcolo.
Come sottolineato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il governo sta ancora valutando le diverse opzioni sul tavolo.
Anche il presidente della Commissione Finanze, Massimo Garavaglia, ha confermato che la rottamazione quinquies si farà, ma in una forma ridimensionata rispetto al testo iniziale.
La tempistica sarà strettamente legata alla Legge di Bilancio: si deciderà se intervenire tramite un emendamento al disegno di legge, un ordine del giorno o direttamente con le norme della manovra.
La nuova rottamazione quinquies punta a correggere gli errori del passato, introducendo una struttura più equa, flessibile e compatibile con le reali capacità di pagamento dei contribuenti.
Se confermata, la misura potrà offrire un’opportunità concreta per chi ha pendenze fiscali, alleggerendo allo stesso tempo il carico di lavoro dell’amministrazione finanziaria.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quali saranno le modalità di attuazione e i criteri definitivi, ma una cosa è certa: la rottamazione si farà, e rappresenterà uno dei capitoli centrali della prossima manovra economica.