La Calabria resta saldamente nelle mani del centrodestra, almeno fino al 2030 — salvo sorprese. Le urne hanno premiato l’ex presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha vinto con ampio margine il confronto con l’europarlamentare pentastellato Pasquale Tridico.
Dimessosi ad agosto, il governatore della Calabria aveva annunciato che avrebbe nuovamente vinto le elezioni — come già accaduto nel 2021 — e lo fa ancora una volta con un margine netto.
Nulla da fare per il centrosinistra, che non riesce a imporsi in Calabria nemmeno questa volta, regione tradizionalmente complessa e poco incline ai cambi di rotta.
Si tratta della seconda sconfitta in due settimane: il 28 e 29 settembre, l’opposizione aveva perso anche la tornata elettorale nelle Marche.
Tempo di riflessioni sulle alleanze per i partiti del centrosinistra? Le due battute d’arresto in Marche e Calabria sono un segnale che non può essere ignorato.
Ora però il centrosinistra dovrà concentrarsi sulle prossime sfide in Campania, Puglia e Toscana, dove potrebbe ottenere risultati positivi nonostante le fratture interne.
Tuttavia, le elezioni calabresi suggeriscono chiaramente la necessità di un cambio di rotta. Le prossime tornate saranno decisive per capire se il “campo largo” sia ancora un progetto credibile o solo un’illusione politica. Per ora, le urne in Marche e Calabria raccontano tutt’altro.
Le prime proiezioni Swg consegnano un quadro impietoso: Occhiuto al 58%, Tridico al 40,9%, Toscano all’1,1%. Numeri che evidenziano la cronica incapacità del centrosinistra di costruire un progetto credibile e di suscitare fiducia.
Il cosiddetto “campo largo”, erede di alleanze deboli e calcoli tattici, mostra la stessa fragilità di leadership e visione emersa in altre elezioni.
Liste, candidati e programmi restano lontani dal tessuto sociale e dai bisogni concreti dei cittadini. La scelta di Tridico, pur sostenuto da un’alleanza ampia, si è rivelata inadeguata a smuovere un elettorato disilluso che percepisce il centrosinistra come un mosaico di sigle senza direzione.
Questo voto è più di una sconfitta: è la prova della crisi di credibilità della sinistra calabrese, ormai incapace di interpretare le priorità della regione.
????REGIONALI CALABRIA, TERZA PROIEZIONE SWG PER LA7
— Youtrend (@you_trend) October 6, 2025
Forza Italia primo partito con il 17,7%, Fratelli d'Italia al 10,7%, Partito Democratico al 14,4% e Movimento 5 Stelle al 6,7%. #RegionaliCalabria #maratonaYoutrend pic.twitter.com/UxtL2CrD77
L’astensione è una colpa, non una scusa. La solita fotografia: piazze piene, urne vuote. L’affluenza ferma al 43,14% sottolinea ancora una volta il fallimento del centrosinistra nel riconnettersi con i cittadini.
Un dato stabile o in leggero calo rispetto al passato, nonostante l’apparente ampiezza del “campo largo”, conferma la distanza tra la sinistra e i problemi reali dei calabresi.
L’inclusione di oltre 600 mila aventi diritto residenti all’estero o fuori regione non basta a giustificare un’apatia elettorale così radicata.
La disconnessione tra classe dirigente e società civile è evidente: il centrosinistra appare una coalizione ampia ma sterile, che raccoglie voti per inerzia e rischia l’irrilevanza fino alla prossima tornata.
I prossimi appuntamenti elettorali in Campania, Puglia e Toscana potrebbero ridare ossigeno al centrosinistra, ma la sfida vera è riconquistare i territori persi a vantaggio del centrodestra. Vincere dove si governa già non è un successo: serve tornare competitivi altrove.
Nelle Marche, ad esempio, la popolarità del centrodestra non era al suo apice e la vittoria era possibile, ma i soliti errori strategici hanno condannato il “campo largo”. Rimandare una riflessione seria sul futuro della coalizione sarebbe oggi un errore imperdonabile.
L’alleanza tra PD e Movimento 5 Stelle continua a non funzionare sul piano elettorale. Con la sconfitta di Pasquale Tridico in Calabria 2025, la coalizione ha perso 11 delle 14 elezioni regionali in cui ha corso unita.
Le uniche eccezioni positive sono Emilia-Romagna 2024 (Michele de Pascale), Umbria 2024 (Stefania Proietti) e Sardegna 2024 (Alessandra Todde), dove il centrosinistra è riuscito a imporsi.
Ma il dato complessivo parla di una strategia elettorale fallimentare: la cooperazione tra PD e M5S non è riuscita a trasformarsi in un progetto politico coeso e competitivo.
Le cause? Secondo l’analisi che emerge dal quadro, la somma delle due forze non produce un valore aggiunto — anzi, spesso divide l’elettorato moderato e non mobilita quello progressista, che percepisce l’alleanza come una formula di necessità più che una visione comune.
Il risultato è che, in gran parte delle regioni italiane, il centrodestra continua a dominare, mantenendo o riconquistando roccaforti storiche.
Con la sconfitta di Tridico Partito Democratico e Movimento 5 Stelle perdono l’undicesima elezione regionale in cui corrono insieme#RegionaliCalabria #maratonaYoutrend pic.twitter.com/gpgxK1PWAx
— Youtrend (@you_trend) October 6, 2025