Francesca Albanese non risparmia nessuno. Chi la invita in un’aula, su un palco o davanti a una telecamera deve fare i conti con la sua rigidità ideologica e con una capacità di umiliare chi osa esprimere una posizione divergente.
Lo scorso settembre, il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari, ha imparato a proprie spese quanto possa essere spietata. Invitata a ricevere un premio, Albanese ha reagito con durezza quando Massari ha accennato alla necessità di liberare gli ostaggi israeliani, definendo la sua osservazione insufficiente e pubblicamente criticandolo: “Non la giudico, la perdono. Ma mi prometta che questa cosa non la dice più”.
La scena, tra fischi e imbarazzi, ha mostrato come il dialogo con la Relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati sia una strada a senso unico.
La stessa rigidità si è manifestata qualche giorno dopo nello studio di In Onda, su La7, dove Albanese ha lasciato lo studio alzandosi di fronte al riferimento a Liliana Segre, definendo la senatrice “poco lucida” per discutere di Gaza.
Sul contesto di Reggio Emilia e sulle polemiche esplose in televisione e nelle piazze del 7 ottobre, il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha voluto intervenire ai microfoni di Calibro 9, su Radio Cusano Campus. Il senatore non ha esitato a definire eversive le parole della relatrice ONU:
Speranzon ha sottolineato la gravità di quanto accaduto al sindaco Massari, che si è limitato a ricordare l’importanza della liberazione degli ostaggi:
L’equilibrio tra libertà di opinione e responsabilità politica è al centro del suo ragionamento:
Il senatore ha inoltre posto l’accento sulla crescente violenza nelle manifestazioni pubbliche, citando i fatti delle piazze del 7 ottobre:
Speranzon ha collegato queste tensioni alla responsabilità di alcune forze politiche, in particolare del Partito Democratico, che secondo lui non condannerebbero in modo netto l’antisemitismo:
L’allarme di Speranzon riguarda anche la sicurezza dei cittadini ebrei, non solo in riferimento a episodi isolati, ma come fenomeno sistemico:
In sintesi, il dibattito italiano su Palestina, Hamas e antisemitismo si muove su binari sempre più tesi. Gli episodi di Reggio Emilia e dei salotti televisivi mostrano la difficoltà di distinguere tra libertà di espressione e responsabilità morale.
Le parole di Speranzon sottolineano come le istituzioni e la politica siano chiamate a posizioni chiare, soprattutto quando la violenza e l’intolleranza trovano voce nelle piazze.
L’attenzione alla sicurezza dei cittadini e alla difesa della memoria storica non è solo una questione etica, ma un imperativo civile.