08 Oct, 2025 - 18:51

La sinistra e il dietrofront sulla Segre: prima intoccabile, ora "poco lucida"

La sinistra e il dietrofront sulla Segre: prima intoccabile, ora "poco lucida"

Francesca Albanese non risparmia nessuno. Chi la invita in un’aula, su un palco o davanti a una telecamera deve fare i conti con la sua rigidità ideologica e con una capacità di umiliare chi osa esprimere una posizione divergente.

Lo scorso settembre, il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari, ha imparato a proprie spese quanto possa essere spietata. Invitata a ricevere un premio, Albanese ha reagito con durezza quando Massari ha accennato alla necessità di liberare gli ostaggi israeliani, definendo la sua osservazione insufficiente e pubblicamente criticandolo: “Non la giudico, la perdono. Ma mi prometta che questa cosa non la dice più”.

La scena, tra fischi e imbarazzi, ha mostrato come il dialogo con la Relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati sia una strada a senso unico.

La stessa rigidità si è manifestata qualche giorno dopo nello studio di In Onda, su La7, dove Albanese ha lasciato lo studio alzandosi di fronte al riferimento a Liliana Segre, definendo la senatrice “poco lucida” per discutere di Gaza.

L’intervento di Speranzon: tra indignazione e monito

Sul contesto di Reggio Emilia e sulle polemiche esplose in televisione e nelle piazze del 7 ottobre, il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon ha voluto intervenire ai microfoni di Calibro 9, su Radio Cusano Campus. Il senatore non ha esitato a definire eversive le parole della relatrice ONU:

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Quello che ha detto Francesca Albanese a Reggio Emilia è eversivo. Quando si arriva a dire che sì, d’accordo, si condanna quello che è successo il 7 ottobre, però bisogna riconoscere che Hamas ha avuto il merito di accendere i riflettori del mondo su quello che succede in Palestina, siamo di fronte a parole gravissime

Speranzon ha sottolineato la gravità di quanto accaduto al sindaco Massari, che si è limitato a ricordare l’importanza della liberazione degli ostaggi:

virgolette
Un sindaco con un po’ di dignità avrebbe dovuto interrompere un discorso di questo tipo, invece il sindaco di Reggio Emilia si è preso i rimbrotti da parte della Albanese solo per aver ricordato l’importanza di liberare gli ostaggi. È un fatto grave, che dovrebbe far riflettere anche il Partito Democratico su quali posizioni intenda realmente assumere su questi temi

L’equilibrio tra libertà di opinione e responsabilità politica è al centro del suo ragionamento:

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È legittimo che ciascuno abbia qualsiasi tipo di opinione, purché quell’opinione non crei le condizioni perché la violenza venga giustificata o l’intolleranza considerata accettabile all’interno del dibattito politico

L’antisemitismo nelle piazze

Il senatore ha inoltre posto l’accento sulla crescente violenza nelle manifestazioni pubbliche, citando i fatti delle piazze del 7 ottobre:

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Nei cortei ci sono migliaia di persone violente che inneggiano con cori antiebraici e anti sionisti, chiediamo la convocazione della Commissione Segre per capire quali misure usare ma le nostre richieste cadono nel vuoto

Speranzon ha collegato queste tensioni alla responsabilità di alcune forze politiche, in particolare del Partito Democratico, che secondo lui non condannerebbero in modo netto l’antisemitismo:

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Da parte di alcuni soggetti di sinistra c’é una presa di posizione netta quando si parla di ostaggi israeliani che propende dalla parte di Hamas che ha ridotto il popolo palestinese in schiavitù e lo ha usato come scudi umani. Hamas ha usato tutte le risorse palestinesi per costruire tunnel, armarsi e distruggere Israele. Il Pd dovrebbe prendere posizioni più nette e più chiare

L’allarme di Speranzon riguarda anche la sicurezza dei cittadini ebrei, non solo in riferimento a episodi isolati, ma come fenomeno sistemico:

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Come componente della Commissione Segre ho chiesto che quella commissione venga convocata più spesso perché ci siano incontri che permettano di affrontare la situazione riguardante l’antisemitismo che non é più strisciante ma che é gridato nelle piazze e che mette in pericolo la sicurezza dei cittadini ebrei.

In sintesi, il dibattito italiano su Palestina, Hamas e antisemitismo si muove su binari sempre più tesi. Gli episodi di Reggio Emilia e dei salotti televisivi mostrano la difficoltà di distinguere tra libertà di espressione e responsabilità morale.

Le parole di Speranzon sottolineano come le istituzioni e la politica siano chiamate a posizioni chiare, soprattutto quando la violenza e l’intolleranza trovano voce nelle piazze.

L’attenzione alla sicurezza dei cittadini e alla difesa della memoria storica non è solo una questione etica, ma un imperativo civile.

 

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