08 Oct, 2025 - 18:11

Smart working nei borghi montani: gli sgravi disponibili per le imprese

Smart working nei borghi montani: gli sgravi disponibili per le imprese

Via libera alla misura che azzera parzialmente o totalmente i contributi previdenziali per le imprese che assumono lavoratori in smart working residenti in piccoli comuni montani.

L’obiettivo è contrastare lo spopolamento e promuovere un modello di lavoro più sostenibile.

Incentivi al lavoro agile: cosa prevede la nuova norma

A partire dal 2026, le imprese che promuoveranno lo smart working nei territori montani potranno accedere a un'importante agevolazione contributiva.

La misura, introdotta dalla legge n. 131/2025, prevede l’esonero totale o parziale dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumono o mantengono dipendenti in smart working stabilmente domiciliati in comuni montani con meno di 5.000 abitanti.

L’incentivo sarà in vigore per cinque anni, dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2030, e punta a rilanciare l’occupazione nelle aree interne del Paese, combattere lo spopolamento e consolidare lo smart working come forma ordinaria di lavoro. L’approccio unisce politiche per l’innovazione e strategie per la rigenerazione territoriale.

Perché lo smart working può salvare i borghi

Negli ultimi anni, il lavoro da remoto si è dimostrato una leva efficace per aumentare l’inclusione lavorativa, migliorare la produttività e offrire maggior equilibrio tra vita personale e professionale.

Soprattutto per le donne e per chi risiede in aree periferiche, lo smart working abbia rappresentato un’opportunità concreta per entrare o restare nel mercato del lavoro.

Allo stesso tempo, i piccoli comuni montani vivono una profonda crisi demografica, con perdite costanti di popolazione giovane e un calo della natalità.

Con questa misura, il Governo punta a creare nuovi flussi di residenza e occupazione verso territori altrimenti destinati al declino, sfruttando la flessibilità del lavoro agile.

Chi può accedere allo sgravio contributivo

Il beneficio è riservato alle aziende private che assumono lavoratori a tempo indeterminato in possesso dei seguenti requisiti:

  • Età inferiore a 41 anni alla data del 20 settembre 2025;
  • Trasferimento di residenza o domicilio in un comune montano con meno di 5.000 abitanti;
  • Svolgimento continuativo del lavoro in modalità agile, come forma ordinaria del rapporto.

Lo sgravio si applica solo alla parte di contributi previdenziali a carico del datore di lavoro e non comporta alcuna penalizzazione per il lavoratore, che continuerà a maturare i propri diritti pensionistici.

Quanto si risparmia?

L’agevolazione prevede una riduzione progressiva del beneficio nel corso del quinquennio:

  • 100% dei contributi (fino a 8.000 euro annui per lavoratore) per gli anni 2026 e 2027;
  • 50% dello sgravio (fino a 4.000 euro annui) per gli anni 2028 e 2029;
  • 20% (massimo 1.600 euro annui) nell’anno 2030.

Per accedere all’incentivo, i datori di lavoro dovranno dimostrare il rispetto dei requisiti anagrafici, contrattuali e territoriali. Le modalità di richiesta saranno definite da appositi decreti attuativi previsti entro la fine del 2025.

Il doppio obiettivo dello sgravio

La misura rappresenta un modello innovativo di sviluppo locale, in cui le esigenze aziendali si intrecciano con le priorità ambientali, sociali e demografiche del Paese.

In un contesto in cui le grandi città diventano sempre più costose e congestionate, i piccoli comuni montani possono offrire una qualità della vita superiore, maggiore sostenibilità e nuove possibilità di insediamento.

Per le imprese, lo sgravio contributivo è una concreta opportunità per ridurre il costo del lavoro, valorizzare il capitale umano e aderire a un modello produttivo più flessibile. Per i territori, è una chance per attrarre giovani, famiglie e professionisti che vogliano investire su uno stile di vita diverso.

Conclusioni

Il nuovo incentivo al lavoro agile nei comuni montani si configura come una misura strategica, in grado di coniugare innovazione, fiscalità e coesione territoriale.

Se attuato con efficacia, potrà rappresentare una leva concreta per ripopolare le aree interne, rafforzare la produttività delle imprese e costruire un futuro più equilibrato tra città e territori marginali.

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