09 Oct, 2025 - 13:10

Tredicesima 2025, possibile detassazione in arrivo: quanto si guadagnerebbe?

Tredicesima 2025, possibile detassazione in arrivo: quanto si guadagnerebbe?

Per il prossimo dicembre potrebbe arrivare una buona notizia per milioni di lavoratori e pensionati: il Governo sta infatti studiando un intervento per ridurre le tasse sulla tredicesima, la mensilità aggiuntiva erogata a fine anno.

L’obiettivo è quello di rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con reddito medio, e incentivare i consumi nel periodo natalizio.

La proposta, rilanciata da Forza Italia, è attualmente oggetto di confronto nella maggioranza e potrebbe essere inclusa nella prossima Legge di Bilancio 2026.

Tredicesima: come funziona e perché è penalizzata dal fisco

La tredicesima è una gratifica che viene pagata a dicembre ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Non spetta invece ai lavoratori autonomi. L'importo corrisponde, di norma, a un dodicesimo della retribuzione annua lorda e viene calcolato mensilmente durante l’anno.

A livello fiscale, questa mensilità è trattata come le altre: viene tassata con i contributi previdenziali (intorno al 9%) e con l’Irpef, che varia a seconda dello scaglione di reddito (23%, 35% o 43%).

Tuttavia, a differenza delle normali buste paga, la tredicesima non beneficia delle detrazioni fiscali previste per il lavoro o i carichi familiari. Il risultato? Un netto in busta decisamente più basso, che penalizza soprattutto i redditi medio-bassi.

Tre ipotesi per rendere la tredicesima più “pesante”

Per cercare di alleggerire questa pressione fiscale, Forza Italia ha proposto una misura di detassazione della tredicesima, inserendola in un pacchetto più ampio che riguarda anche straordinari e lavoro festivo. L’obiettivo è quello di aumentare, almeno in parte, la somma netta che i lavoratori troveranno in busta paga a dicembre.

Sul tavolo ci sono tre possibili soluzioni, che variano per impatto economico e sostenibilità per lo Stato:

  • Esenzione totale dell’Irpef: la tredicesima verrebbe tassata solo con i contributi previdenziali. I lavoratori riceverebbero così un importo netto molto vicino al lordo;
  • Aliquota agevolata al 10%: simile a quella già in vigore per i premi di produttività. Si tratta di una misura intermedia, che garantirebbe un aumento netto, ma con minore impatto sul bilancio pubblico.
  • Riduzione dell’aliquota intermedia Irpef dal 35% al 33%, con l’estensione dello scaglione fino a 60mila euro di reddito. In questo caso, il vantaggio netto sarebbe più contenuto, ma distribuibile su una platea più ampia di lavoratori.

Quanto si guadagnerebbe in più: le simulazioni per reddito

Se la misura venisse approvata, la tredicesima di dicembre potrebbe diventare più sostanziosa per milioni di lavoratori.

L’entità dell’aumento dipenderebbe dal tipo di intervento fiscale scelto: esenzione totale dell’Irpef, aliquota agevolata al 10% o riduzione dell’aliquota intermedia.

In ogni caso, si tratterebbe di un incremento netto in busta paga che, soprattutto per i redditi medio-alti, potrebbe tradursi in diverse centinaia di euro in più rispetto agli anni precedenti.

Un incentivo ai consumi, ma servono risorse

L’intento è chiaro: dare un segnale positivo alle famiglie italiane, offrendo un extra a fine anno che potrebbe tradursi in una spinta ai consumi durante le feste. Tuttavia, la realizzazione della misura dipenderà da quante risorse saranno disponibili nella prossima manovra economica.

Il Governo dovrà valutare costi e benefici, tenendo conto delle altre priorità di bilancio, ma l’ipotesi della detassazione natalizia sta prendendo piede e potrebbe trasformarsi in uno dei provvedimenti simbolo della Legge di Bilancio 2026.

Per milioni di lavoratori, insomma, Natale potrebbe davvero arrivare con qualche euro in più in tasca.

Sintesi finale: più soldi in busta paga a dicembre

Il Governo sta valutando un intervento per ridurre le tasse sulla tredicesima, con l’obiettivo di aumentare il netto percepito dai lavoratori a dicembre.

Tra le ipotesi sul tavolo: esenzione totale dell’Irpef, aliquota agevolata al 10% o riduzione dell’aliquota intermedia al 33%.

Se approvata, la misura potrebbe portare fino a 1.800 euro in più nella tredicesima, a beneficio soprattutto dei redditi medio-alti.

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