11 Oct, 2025 - 10:22

Permessi per lutto animali domestici: cosa prevede la proposta di legge

Permessi per lutto animali domestici: cosa prevede la proposta di legge

Dopo il bonus animali domestici introdotto con la Legge di Bilancio, in Italia si apre la strada a una nuova tutela per chi convive con cani o gatti: permessi retribuiti per assistere i propri amici a quattro zampe malati o per elaborarne la perdita. 

Una proposta di legge, attualmente all’esame della Camera, punta infatti a riconoscere nuovi diritti ai lavoratori dipendenti che considerano i propri animali come membri della famiglia.

Come cambia la sensibilità verso gli animali domestici

È sempre più diffusa la consapevolezza che cani e gatti siano molto più che semplici animali da compagnia. Per tanti, rappresentano affetti profondi, spesso equiparabili a quelli familiari, soprattutto per chi non ha figli o vive da solo. Ovviamente, non solo: per molte persone cani o gatti sono componenti a tutti gli effetti della propria famiglia.

In momenti delicati, come la malattia o la morte dell’animale, prendersene cura o potersi assentare per elaborare il dolore diventa una vera necessità.

Cosa prevede oggi la legge

Al momento non esiste una legge specifica che riconosca ai lavoratori il diritto ad assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei propri animali. Tuttavia, una sentenza della Corte di Cassazione ha aperto uno scenario interessante.

Con la decisione n. 15076/2018, i giudici hanno stabilito che l’assistenza a un animale domestico in gravi condizioni può rientrare nei “gravi motivi familiari e personali”, dando così la possibilità di utilizzare i congedi non retribuiti previsti dalla legge 53/2000.

Per ottenere questo tipo di permesso, però, devono sussistere precise condizioni:

  • Una certificazione veterinaria che confermi la gravità della situazione;
  • L’impossibilità di delegare ad altri la gestione dell’animale.

In presenza di questi requisiti, il datore di lavoro è tenuto a concedere l’assenza, anche per evitare conseguenze penali: l’abbandono di animali, infatti, è sanzionato dall’art. 727 del Codice penale.

Discorso diverso per il lutto: oggi i permessi retribuiti sono concessi solo per la perdita di parenti fino al secondo grado. L’eventuale assenza per la morte di un animale dipende quindi dalla sensibilità dell’azienda o da eventuali aperture nei contratti collettivi.

Cosa prevede la proposta di legge in discussione

Proprio per superare l’attuale vuoto normativo, è stata presentata una proposta di legge che mira a introdurre congedi retribuiti specifici per chi possiede animali domestici, rendendo uniforme il trattamento in tutta Italia.

Le misure al vaglio del Parlamento prevedono:

  • Fino a 3 giorni di permesso retribuito in caso di morte del proprio cane o gatto;
  • 8 ore retribuite all’anno da utilizzare in caso di emergenze veterinarie o malattia dell’animale.

Una novità significativa, che riconosce il valore affettivo degli animali e la necessità di tutele concrete per chi se ne prende cura.

La proposta, almeno nella sua forma attuale, si applica esclusivamente a cani e gatti, gli unici animali per i quali è previsto l’obbligo di microchip e registrazione all’Anagrafe nazionale degli animali da compagnia.

Tuttavia, non si esclude che in futuro la norma possa estendersi anche ad altre tipologie di animali d’affezione.

Il riconoscimento dei permessi per la cura degli animali potrebbe rappresentare anche una nuova frontiera del welfare aziendale.

Diverse imprese, negli ultimi anni, si sono già mosse in autonomia per offrire ai propri dipendenti giorni di permesso per motivi legati agli animali, riconoscendone il valore affettivo e il ruolo nella vita quotidiana.

L’intervento del legislatore, però, è necessario per garantire diritti uguali a tutti i lavoratori, evitando che il riconoscimento di questi permessi dipenda dalla sensibilità del datore di lavoro o da decisioni dei tribunali.

In sintesi: cosa potrebbe cambiare con la nuova legge

  • Congedo retribuito per lutto in caso di morte del proprio cane o gatto, fino a 3 giorni;
  • Permessi retribuiti per malattia dell’animale, fino a 8 ore all’anno;
  • Riconoscimento giuridico del valore affettivo degli animali domestici;
  • Tutele valide solo per cani e gatti, almeno nella fase iniziale.
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