L'Europa sta mettendo ancora una volta le mani sul nostro cibo con la nuova PAC 2028-2034, che prevede tagli pesanti al budget agricolo italiano: oltre 770mila aziende agricole italiane saranno colpite da una riduzione di circa 6 miliardi di euro totali, pari al 20-22% in meno rispetto all'attuale periodo.
Una decisione che mette a rischio la sicurezza alimentare nazionale e la sostenibilità di un settore che vale in Italia 707 miliardi di euro e impiega circa 4 milioni di persone.
Il passaggio a un fondo unico nazionale riduce, inoltre, l'autonomia decisionale delle regioni, penalizzando le specificità territoriali e la capacità di rispondere efficacemente ai bisogni agricoli locali.
Mentre paesi come Cina e USA investono massicciamente nell’agricoltura, l’UE riduce le risorse per far fronte alla concorrenza globale, mettendo in pericolo il Made in Italy e la sovranità alimentare italiana in un momento cruciale.
In tutto il mondo si investe nella terra, nell’agricoltura e negli agricoltori tranne che in Europa dove con una discutibile lungimiranza si decide di tagliare oltre il 20% delle risorse destinate all’agricoltura per il quinquennio 2028-2034.
È quanto previsto dalla nuova PAC (Politica agricola comune) che rischia di mettere in ginocchio il settore primario e compromettere la sovranità alimentare europea.
Sono in molti a temere che la riduzione dei fondi e delle risorse destinate all'agricoltura possano portare a un indebolimento delle imprese agricole e della capacità degli Stati membri di garantire la produzione agricola nazionale, fondamentale per la sicurezza alimentare.
Il risultato? La necessità di aumentare le importazioni alimentari dall’estero penalizzando la nostra capacità di autosufficienza alimentare.
Se gli agricoltori riceveranno meno supporto e meno risorse per le attività produttive essenziali per la sovranità alimentare, le produzioni caleranno con una graduale scomparsa dei prodotti italiani dalle nostre tavole. Ma a essere a rischio non è solo l’Italia, ma la stessa sovranità alimentare dell’UE.
Il nuovo piano per l’agricoltura dell’UE rappresenta una minaccia concreta per il Made in Italy perché taglierà drasticamente le risorse destinate all’agricoltura italiana: sei miliardi in meno, circa il 20% del budget complessivo.
Oltre 770mila aziende agricole italiane saranno colpite, mettendo a rischio un settore che vale 707 miliardi e dà lavoro a 4 milioni di persone.
È un colpo durissimo alla sicurezza e alla sovranità alimentare italiana, che rischia di consegnare il nostro cibo nelle mani di interessi stranieri e multinazionali, mentre in tutto il mondo cresce la corsa agli investimenti agricoli.
In un contesto già penalizzato da dazi commerciali elevati e dall’incertezza sui mercati internazionali, la PAC ridotta rischia di affossare la competitività delle eccellenze agroalimentari italiane, mettendo in serio pericolo la tutela del Made in Italy.
Mentre l’Europa investe nel riarmo e nelle spese militari, il comparto agroalimentare nazionale viene sacrificato senza alternative concrete, con un fondo unico nazionale che toglie autonomia alle regioni e penalizza le specificità territoriali.
Tra le misure più controverse della nuova PAC 2028-2034 ci sono:
Tutte misure che sono viste da molti come una minaccia all’agricoltura europea e della sua capacità di affrontare sfide future in modo sostenibile e competitivo.
????️ Le proposte del Parlamento sul futuro della politica agricola dell’UE
— Parlamento europeo (@Europarl_IT) September 10, 2025
Mercoledì, i deputati hanno adottato le loro proposte sul futuro della PAC, chiedendo un bilancio post-2027 più consistente e autonomo e misure a sostegno degli agricoltori.
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All’ultima riunione dell’Agrifish (il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'Unione Europea) i ministri dei 27 stati europei hanno bocciato all’unanimità la proposta della Commissione UE.
L’iter per l’approvazione è solo all’inizio, ma la battaglia si preannuncia già infuocata.