16 Oct, 2025 - 11:41

Manovra taglio Irpef 2026, aliquota dal 35% al 33% e doppio tetto fiscale: cosa significa

Manovra taglio Irpef 2026, aliquota dal 35% al 33% e doppio tetto fiscale: cosa significa

Il governo Meloni conferma una delle misure fiscali più attese nella Legge di Bilancio 2026: la riduzione dell’aliquota Irpef per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro.

L’intervento prosegue sulla linea della riforma fiscale avviata a inizio legislatura e punta a diminuire ulteriormente il carico fiscale sul lavoro.

Ecco cosa sappiamo al momento.

Aliquote Irpef: cosa cambia dal 2026

Attualmente il sistema Irpef è articolato in tre aliquote progressive:

23% per i redditi fino a 28.000 euro;
35% per i redditi da 28.000 a 50.000 euro;
43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Con la manovra 2026, la seconda aliquota verrà abbassata di due punti percentuali, passando dal 35% al 33%. Il sistema resterà basato sugli scaglioni: ogni aliquota si applicherà solo alla parte di reddito che ricade nella relativa fascia.

Questa modifica interesserà milioni di contribuenti, anche se con effetti molto diversi a seconda del livello di reddito.

Secondo le stime del governo, il taglio comporterà un minor gettito per le casse dello Stato pari a circa 9 miliardi di euro in tre anni, ovvero 3 miliardi all’anno.

Si risparmia davvero?

Il risparmio effettivo sarà proporzionale alla porzione di reddito che rientra nella fascia 28.000–50.000 euro.

I redditi più bassi, inferiori ai 28.000 euro, non beneficeranno della misura, mentre quelli vicini o superiori ai 50.000 euro ne trarranno il vantaggio maggiore.

Prendiamo l'esempio di reddito di 30.000 euro. In questo caso, solo 2.000 euro rientrano nella fascia soggetta al taglio. Il risparmio annuo sarà di circa 40 euro (circa 3,30 euro al mese).

Anche chi guadagna oltre i 50.000 euro potrà ottenere lo stesso vantaggio sulla quota di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro, in virtù della progressività del sistema fiscale.

È davvero possibile l’estensione fino a 60mila euro?

Resta però aperto un nodo politico: l’eventuale estensione dell’aliquota agevolata del 33% anche ai redditi fino a 60.000 euro.

La proposta prevede che anche la fascia tra 50.000 e 60.000 euro venga sottratta all’aliquota massima del 43%, con risparmi che potrebbero superare i 1.000 euro all’anno per i contribuenti interessati.

Tuttavia, l’impatto sui conti pubblici sarebbe significativo e, al momento, non sembrano esserci le coperture necessarie.

Considerato che la manovra prevede un impiego massimo di 9 miliardi in tre anni per questa voce, è probabile che l’estensione non venga attuata, o venga limitata.

In cosa consiste l'ipotesi di compensazione per i redditi alti

Spunta un'ulteriore ipotesi che si aggiunge al già ampio pacchetto di proposte per la revisione dell'Irpef nel 2026. In questo caso, i diretti interessati sono i redditi molto alti. La questione è molto complessa e paradossale.

Infatti, per evitare che i redditi molto elevati traggano vantaggi sproporzionati dalla riforma, si valuta l’introduzione di un meccanismo di compensazione fiscale. 

In pratica, chi supera determinati livelli di reddito - si parla di una soglia intorno ai 200.000 euro annui - potrebbe subire una riduzione delle detrazioni fiscali spettanti, annullando di fatto il beneficio derivante dal taglio dell’aliquota.

Questo tipo di misura, già adottata in passato, avrebbe l’obiettivo di salvaguardare l’equità del sistema, evitando che il vantaggio fiscale si concentri sulle fasce più abbienti.

Sintesi finale: 3 punti chiave

  • Aliquota ridotta dal 35% al 33%: per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro: il beneficio cresce con l’aumentare del reddito entro questa fascia, fino a un massimo di circa 440 euro annui;
  • Esclusi dal beneficio i redditi sotto i 28.000 euro: mentre chi supera i 50.000 euro risparmia solo sulla parte di reddito che ricade nella fascia intermedia;
  • Ancora in discussione l’estensione ai redditi fino a 60.000 euro e un possibile meccanismo per limitare i vantaggi ai redditi sopra i 200.000 euro, attraverso tagli alle detrazioni.
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