Il nuovo ciclo di pace fiscale previsto dalla Manovra 2026 porta con sé una novità significativa: non potranno accedere alla rottamazione quinquies i contribuenti che risultano in regola con i pagamenti della precedente rottamazione quater.
Lo ha stabilito il Disegno di Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 ottobre, che delinea i contorni della prossima sanatoria fiscale.
In base alle prime indiscrezioni, la nuova definizione agevolata sarà destinata esclusivamente a coloro che sono decaduti dal piano attivo, offrendo loro una seconda possibilità per rientrare in modo agevolato.
Chi, invece, ha rispettato puntualmente tutte le scadenze della rottamazione quater, avviata nel 2023, dovrà portare a termine il proprio piano di rientro senza possibilità di aderire alle nuove condizioni più favorevoli.
La nuova rottamazione quinquies, al centro della prossima stagione di pace fiscale, riguarderà i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione fino al 31 dicembre 2023.
Anche in questa edizione sarà previsto lo stralcio di sanzioni e interessi, ma non della quota capitale, che resterà da versare per intero.
La principale differenza rispetto alla rottamazione quater sta nella tempistica dei pagamenti. I contribuenti avranno la possibilità di dilazionare il debito fino a 54 rate bimestrali, equivalenti a nove anni di tempo.
L’orizzonte temporale quindi si allungherebbe potenzialmente fino al 2035, offrendo maggiore respiro finanziario a chi si trova in condizioni economiche precarie.
Questa formula è pensata per favorire il rientro di chi ha avuto difficoltà a mantenere il precedente impegno con il fisco, senza penalizzare chi è inadempiente in modo involontario.
Una delle questioni centrali che accompagna l’introduzione della quinquies riguarda la possibilità di passaggio dalla rottamazione quater a quella nuova. La risposta è negativa: chi è in regola con la quater non potrà aderire alla quinquies, anche se quest’ultima prevede condizioni più favorevoli in termini di durata.
Il criterio di selezione sarà fissato sulla base della posizione del contribuente alla data del 30 settembre 2025. Chi a quel momento risulterà in regola con i pagamenti della rottamazione quater dovrà proseguire il proprio percorso senza possibilità di adesione alla nuova definizione.
Di contro, chi è decaduto dalla quater - per mancato pagamento o per aver perso una delle scadenze previste - potrà presentare domanda per la nuova rottamazione, beneficiando di un piano dilazionato più lungo.
Un’altra scadenza importante da tenere a mente è quella del 30 novembre 2025, data in cui è prevista la decima rata della quater, la seconda per i soggetti riammessi.
Si tratta di un momento cruciale: non pagare questa rata per cercare di accedere alla quinquies potrebbe rivelarsi un errore, poiché la decadenza non garantisce l’ammissione automatica alla nuova sanatoria.
Sia la rottamazione quater che la quinquies condividono lo stesso principio di base: l’azzeramento di sanzioni e interessi, ma il mantenimento dell’intero debito originario.
La vera differenza sta nella durata del piano di pagamento: massimo quattro anni per la quater, fino a nove anni per la quinquies.
Tuttavia, la nuova pace fiscale non sarà aperta a tutti, come avvenuto in passato. Il Governo intende evitare che le definizioni agevolate vengano usate come strumento per rinegoziare piani già concordati e onorati.
La logica è chiara: chi ha rispettato gli accordi merita stabilità, chi è in difficoltà merita una nuova occasione, ma non deve esserci sovrapposizione.