Fare squadra per mettere a terra la Manovra 2026, appena approvata in Consiglio dei Ministri lo scorso 17 ottobre, è ora la priorità del Governo. Nelle prossime settimane il testo passerà all’esame del Parlamento, con l’obiettivo di ottenere l’approvazione definitiva entro la fine dell’anno e garantire così l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2026. Si può dire che questa legge di bilancio rappresenti una vera svolta nelle politiche fiscali e previdenziali italiane. Il piano dell’esecutivo, come riportato nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, pur restando improntato alla prudenza, punta a dare priorità al ceto medio e alla tutela dei pensionati, rafforzando il tessuto sociale ed economico del Paese.
Molto, però, dipenderà dall’effettiva attuazione del taglio del carico fiscale. Sin dalle prime righe della bozza di Legge di Bilancio 2026, composta da 137 articoli, emerge la volontà di ridurre la pressione fiscale e, allo stesso tempo, garantire maggiore equità previdenziale. Il senso delle misure, come osservano Il Sole 24 Ore e RaiNews, si fonda su un equilibrio delicato tra crescita e sostenibilità dei conti pubblici, in un quadro segnato dal ritorno alle regole europee di bilancio.
In queste ore il Governo lavora per definire le risorse finanziarie e attuare le misure più attese, a partire dalla riduzione della seconda aliquota IRPEF, che scende dal 35 al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro.
Come spiegano le principali testate economiche, l’obiettivo è riequilibrare il potere d’acquisto del ceto medio, la fascia sociale che più ha risentito dell’inflazione e dell’aumento dei beni e dei servizi essenziali. Il risparmio medio stimato oscilla tra 30 e 40 euro mensili per chi guadagna circa 40 mila euro, ma può salire fino a 400 euro annui per i redditi oltre 45 mila.
“Si tratta di una misura simbolica ma strutturale - osserva Il Sole 24 Ore - che prosegue il percorso di semplificazione fiscale avviato nel 2024.”
Come chiarito dal Ministero dell’Economia, la misura scatterà dal 1° gennaio 2026, salvo modifiche durante l’esame parlamentare. Secondo le stime, il taglio IRPEF coinvolgerà circa 13 milioni di contribuenti e avrà un costo complessivo di 4,5 miliardi di euro.
Per chi rientra nelle fasce medie di reddito, il beneficio sarà percepibile già nei primi mesi del 2026, quando le nuove aliquote si rifletteranno direttamente in busta paga.
Il capitolo previdenziale, che si affianca a quello fiscale come secondo grande asse della manovra, appare relativamente rassicurante. Sebbene il dossier pensioni resti tra i più delicati, il Governo come riporta Ipsoa Quotidiano, ha confermato la rivalutazione piena delle pensioni minime in base all’inflazione, stimata per il 2026 all’1,7%, con un impatto di circa 5 miliardi di euro sulle casse pubbliche.
L’idea è quella di garantire un incremento medio di 20 euro al mese per gli assegni più bassi, mentre quelli fino a quattro volte il minimo riceveranno un adeguamento al 100%.
Restano tuttavia dubbi sull’aumento dell’età pensionabile. Come spiegano Corriere della Sera e Ipsoa, il Governo intende rinviare di un anno, al 2028, l’adeguamento automatico del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e per quella anticipata ordinaria, previsto dalla legge Fornero e legato all’aspettativa di vita.
È realistico, tuttavia, attendersi nei prossimi anni un graduale aumento dei requisiti di accesso. In questo contesto si inserisce la proposta di un’uscita flessibile a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, utilizzando il TFR come parte integrante dell’assegno. Un meccanismo che alleggerirebbe i costi complessivi e offrirebbe un canale d’uscita a chi è escluso da Quota 103 e Opzione Donna.
In conclusione, la Manovra 2026 si prepara a ridisegnare il rapporto tra fisco e previdenza. Ecco alcune delle domande più frequenti per capire meglio casa cambierà da gennaio.
1. Quando entrerà in vigore la Manovra 2026?
La Manovra 2026 entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, dopo l’approvazione definitiva attesa entro fine dicembre 2025.
2. Quali novità ci sono per il ceto medio?
È previsto un taglio dell’IRPEF con la riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, con benefici fino a 400 euro annui.
3. Come cambiano le pensioni nel 2026?
Il Governo ha confermato la rivalutazione piena delle pensioni minime all’1,7%, un aumento medio di 20 euro al mese e il rinvio dell’aumento dell’età pensionabile al 2028.
4. Quanti contribuenti saranno coinvolti dal taglio IRPEF?
Secondo le stime del Ministero dell’Economia, la misura interesserà circa 13 milioni di lavoratori e comporterà un costo di circa 4,5 miliardi di euro.
5. Ci saranno novità per chi vuole andare in pensione prima?
Sì, è allo studio una nuova uscita flessibile a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, anche utilizzando il TFR come parte dell’assegno.