La prima bozza della Legge di Bilancio 2026, approvata il 17 ottobre in Consiglio dei Ministri, porta con sé un pacchetto di interventi importanti in materia fiscale.
Oltre alle misure già note come la rottamazione quinquies e il taglio dell’IRPEF, la manovra prevede una serie di provvedimenti volti a contrastare più efficacemente l’evasione fiscale.
Le nuove norme riguardano in particolare la stretta sulle compensazioni per chi ha debiti con il Fisco, un rafforzamento dei controlli sulle dichiarazioni IVA e un ampliamento dei poteri dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER), soprattutto attraverso l’accesso ai dati delle fatture elettroniche.
In questo articolo, andremo a vedere chi rischia di non poter utilizzare i crediti fiscali, perché e quali sono tutti i controlli fiscali in arrivo.
Arriva un'importa stretta nella Manovra 2026, per tentare di contrastare più efficacemente l'evasione fiscale e le compensazioni indebite.
Una delle principali novità riguarda il meccanismo delle compensazioni fiscali, strumento che consente ai contribuenti di utilizzare i crediti tributari per pagare altri debiti fiscali.
Attualmente, questa possibilità è limitata per chi ha debiti accertati superiori a 100.000 euro. Dal 2026, però, la soglia sarà abbassata a 50.000 euro.
Questo significa che chi ha cartelle o atti di recupero del credito superiore a 50.000 euro non potrà più utilizzare i crediti fiscali per compensare tali debiti, a meno che non sia in corso un piano di rateizzazione valido e non decaduto.
La misura mira a evitare compensazioni indebite che possono ostacolare il recupero delle somme dovute all’erario.
Un altro aspetto centrale della Legge di Bilancio riguarda il rafforzamento dei controlli sull’IVA. In caso di mancata presentazione della dichiarazione IVA, l’Agenzia delle Entrate potrà intervenire più rapidamente grazie a una procedura semplificata.
Infatti, sarà possibile incrociare automaticamente i dati della dichiarazione precompilata con quelli delle fatture elettroniche, consentendo controlli più veloci e mirati.
In questo modo, l’Agenzia delle Entrate potrà bypassare alcune fasi preliminari dell’accertamento e sfruttare in modo più efficiente le informazioni già presenti nelle banche dati fiscali.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà disporre di un accesso più ampio ai dati delle fatture elettroniche.
Si tratta di un passo fondamentale per individuare con precisione i crediti derivanti da rapporti commerciali tra il soggetto debitore e terzi, così da avviare procedure mirate di pignoramento.
Questa novità si inserisce in una strategia che affianca la pace fiscale, che consente la rateizzazione in 54 rate bimestrali per i debiti accumulati dal 2000 al 2023, un più incisivo utilizzo degli strumenti di recupero del credito.
L’obiettivo è quello di recuperare la parte effettivamente esigibile dei circa 1.300 miliardi di euro di crediti fiscali accumulati, stimata in oltre 730 miliardi, mentre la restante quota risulta più difficile da recuperare.