26 Oct, 2025 - 10:12

Pignoramento dello stipendio 2025: cosa è impignorabile e limiti di legge

Pignoramento dello stipendio 2025: cosa è impignorabile e limiti di legge

In caso di debiti, la busta paga può essere soggetta a pignoramento, ovvero i creditori possono richiedere che una parte dello stipendio venga trattenuta per saldare le somme dovute.

Tuttavia, la legge tutela il lavoratore imponendo limiti rigorosi. Per il 2025, la normativa stabilisce che almeno quattro quinti (80%) della retribuzione lorda devono essere preservati, garantendo così un minimo vitale. Solo un quinto (20%) dello stipendio può essere pignorato dai creditori.

Il calcolo del limite del quinto si basa sullo stipendio lordo, non sul netto, per assicurare che il lavoratore possa mantenere un reddito minimo adeguato.

A questo si aggiunge un’importante precisazione: non tutte le voci della busta paga sono pignorabili. Alcune, infatti, hanno natura assistenziale o sociale e sono completamente protette dalla normativa.

Vediamo subito cosa può essere salvato e cosa no.

Le voci della busta paga escluse dal pignoramento

La legge riconosce che alcune somme nella busta paga sono destinate a garantire bisogni primari e assistenziali, e pertanto non possono essere soggette a pignoramento

Di seguito passeremo in rassegna le voci, spiegando cosa sono, la loro funziona e cercando di far comprendere il perché non esonerate dal pignoramento.

Indennità di malattia

L’indennità di malattia è una somma riconosciuta ai lavoratori temporaneamente impossibilitati a svolgere la propria attività a causa di problemi di salute. Poiché rappresenta un sostegno economico fondamentale, nessun creditore può aggredire queste somme.

La protezione si estende a tutte le forme di malattia riconosciute dall’Inps, inclusi i lavoratori marittimi e gli iscritti alla Gestione separata.

Congedi parentali

Le somme erogate durante i congedi parentali sono anch’esse escluse dal pignoramento. La legge tutela questi importi perché servono a sostenere la famiglia e a favorire la cura e l’educazione dei figli, evitando che la difficoltà economica possa ostacolare tali diritti.

Indennità antitubercolari

Queste indennità, poco comuni ma ancora vigenti, sono destinate ai lavoratori colpiti da tubercolosi.

Anche queste somme sono protette e non possono essere pignorate, poiché rappresentano un sostegno essenziale per chi affronta questa patologia.

Permessi e congedi straordinari per assistenza a disabili

I permessi retribuiti previsti dalla legge 104/1992 e i congedi straordinari per assistere familiari con disabilità grave sono anch’essi protetti.

La loro funzione è quella di permettere al lavoratore di dedicare tempo e risorse all’assistenza, senza perdere il sostegno economico. 

Assegni familiari e assegno unico universale

Gli assegni familiari, compresi quelli riconosciuti dall’Assegno unico universale, sono somme finalizzate a sostenere economicamente i nuclei familiari con figli o altri familiari a carico.

Per questo motivo, sono esclusi dal pignoramento e restano a completa disposizione del beneficiario, offrendo continuità e sicurezza al sostegno della famiglia.

L’eccezione dell’anticipo Naspi: attenzione al rischio di pignorabilità

Diverso è il trattamento riservato all’anticipo Naspi, cioè la possibilità di ricevere in un’unica soluzione tutte le mensilità residue della disoccupazione per avviare un’attività autonoma o imprenditoriale.

Questa somma cambia natura rispetto alla normale indennità mensile di disoccupazione, diventando un capitale finalizzato all’autoimpiego.

Proprio per questo motivo, l’anticipo Naspi non gode delle tutele riservate alle prestazioni assistenziali mensili. Non si applica il limite del quinto né alcuna soglia di impignorabilità. Pertanto, in caso di debiti esigibili, i creditori possono rivalersi sull’intera somma ricevuta senza alcuna protezione.

Come funziona il pignoramento e cosa devono sapere i lavoratori

In sintesi, il pignoramento dello stipendio è una procedura legale che consente ai creditori di trattenere una parte dello stipendio del debitore per recuperare somme dovute, ma sempre nel rispetto di limiti stabiliti dalla legge per tutelare il reddito minimo necessario.

Nel 2025, la regola generale prevede che il 20% massimo dello stipendio lordo possa essere pignorato. Tuttavia, sono escluse dal calcolo numerose voci con finalità assistenziali e di sostegno sociale, come indennità di malattia, congedi parentali, assegni familiari e permessi per assistenza a disabili.

Questa normativa garantisce un equilibrio tra il diritto dei creditori a ottenere i propri crediti e la necessità di tutelare la dignità economica dei lavoratori e delle loro famiglie.

In conclusione: i punti chiave da ricordare

Solo un quinto dello stipendio lordo può essere pignorato, mentre quattro quinti devono essere garantiti come minimo vitale.

Voci come indennità di malattia, congedi parentali, assegni familiari e permessi per assistenza a disabili sono completamente impignorabili.

L’anticipo Naspi, erogato in un’unica soluzione per avviare un’attività, può essere pignorato per intero senza limiti.

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