27 Oct, 2025 - 10:39

Stipendi docenti, l’aumento è in bilico? Tra promesse, attese e possibili novità

Stipendi docenti, l’aumento è in bilico? Tra promesse, attese e possibili novità

Gli aumenti degli stipendi per docenti e personale amministrativo della scuola e della ricerca restano in bilico (almeno per adesso): la trattativa con l’Aran, iniziata da mesi, riguarda non solo gli incrementi salariali dal 1° gennaio 2024, ma anche le indennità fisse, la Retribuzione Professionale Docenti (RPD), il Compenso Individuale Accessorio (CIA) e gli arretrati.

Tra promesse, attese e cifre giudicate insufficienti dai sindacati, chiudere il rinnovo contrattuale entro fine anno sembra tutt’altro che scontato, mentre il nuovo contratto per il triennio 2025-2027 resta ancora un’incognita.

In questo articolo, vedremo gli aumenti previsti, e come cambiano le altre voci.

Quanto salgono gli stipendi e le indennità

La proposta prevede aumenti mensili:

  • Per il personale amministrativo che vanno da 82 a 186 euro;
  • Per i docenti gli incrementi mensili sarebbero tra 105 e 177 euro. 

A questi vanno aggiunte le indennità fisse, che sono aumentate:

  • Da 204 a 320 euro per gli insegnanti;
  • Variano tra 88 e 109 euro per il personale amministrativo. 

Per i direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), l’indennità di direzione è stata fissata a circa 3.000 euro all’anno.

Questi incrementi, se approvati, rappresenterebbero un primo passo verso il miglioramento delle retribuzioni nel settore, anche se le cifre non convincono del tutto i sindacati, che ne contestano la reale efficacia e il potere d’acquisto che queste cifre garantirebbero ai lavoratori.

Retribuzione Professionale Docenti (RPD): cos’è e come cambia

La Retribuzione Professionale Docenti, nota come RPD, è una parte fissa dello stipendio dedicata agli insegnanti con contratto a tempo indeterminato e ai supplenti annuali.

Questo importo non dipende dalle ore effettivamente svolte o dalla presenza in classe, ma rappresenta un riconoscimento economico del valore e della professionalità del ruolo docente.

Con il nuovo contratto in discussione, la RPD subirà un aumento: è previsto un incremento lordo mensile di 12 euro, portando così il totale mensile lordo a 214 euro.

Compenso Individuale Accessorio (CIA): cosa significa e a chi spetta

Il Compenso Individuale Accessorio, abbreviato in CIA, è un’indennità mensile fissa pensata per il personale ATA, a eccezione dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA).

Questo compenso riconosce il contributo professionale svolto nelle attività ordinarie, anche quando queste non rientrano in modo preciso nelle mansioni specifiche del proprio profilo lavorativo.

Secondo la proposta contrattuale attuale, il CIA aumenterebbe di 7 euro lordi al mese, portando così l’importo totale mensile lordo a 100,70 euro.

Arretrati e prossimi passaggi

Nel caso in cui il contratto venga firmato entro il 2025, i lavoratori riceveranno anche gli arretrati, cioè una somma una tantum che coprirà il periodo dal 1° gennaio 2024 fino alla data di firma del contratto. 
Gli arretrati medi potrebbero aggirarsi intorno a 1.450 euro, con una somma extra di circa 142 euro. 

Il prossimo incontro è fissato per fine mese, quando verranno discusse anche le risorse disponibili per altri settori della ricerca, università e alta formazione artistica e musicale (Afam).

La chiusura del rinnovo contrattuale è prevista entro la fine del 2024, per permettere l’avvio tempestivo della nuova fase contrattuale che coprirà il triennio 2025-2027. 

Sintesi finale: cosa bisogna ricordare

  • La trattativa per il rinnovo del contratto scuola e ricerca è ancora aperta, con l’obiettivo di chiudere l’accordo entro fine 2024 e con aumenti validi dal 1° gennaio 2024;
  • Gli aumenti proposti  sono moderati: si parla di incrementi mensili tra 82 e 186 euro per il personale amministrativo e tra 105 e 177 euro per i docenti, a cui si aggiungono maggiorazioni delle indennità fisse. Queste cifre, pur rappresentando un primo passo verso un miglioramento delle retribuzioni, suscitano perplessità tra i sindacati e tra i lavoratori, che ritengono ancora insufficiente il reale impatto sul potere d’acquisto.
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