29 Oct, 2025 - 12:00

Trasferirsi in montagna conviene: tutti i bonus per chi sposta la residenza

Trasferirsi in montagna conviene: tutti i bonus per chi sposta la residenza

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 settembre, è entrata in vigore la Legge n. 131/2025, dedicata alla valorizzazione delle zone montane italiane.

Il provvedimento, approvato in via definitiva dal Senato, introduce nuovi strumenti di sostegno economico per chi sceglie di vivere o fare impresa nei piccoli comuni d’alta quota.

Una spinta concreta al rilancio dei territori più fragili del Paese, che si affianca alle misure già attive a livello regionale per contrastare lo spopolamento.

Smart working nei comuni montani: sgravi contributivi per giovani lavoratori

Uno dei punti cardine della legge è l’introduzione di sgravi fiscali per il lavoro da remoto. In particolare, i datori di lavoro che consentono ai propri dipendenti di lavorare in smart working da un comune montano con meno di 5.000 abitanti potranno beneficiare di una decontribuzione del 100%, fino a un massimo di 8.000 euro annui per ogni lavoratore.

La misura è destinata ai lavoratori con meno di 41 anni che trasferiscono il proprio domicilio in uno di questi centri. Lo sgravio sarà pienamente operativo per due anni, per poi ridursi progressivamente: dal 2028 scenderà a 4.000 euro annui, fino ad arrivare, nel biennio successivo, a un contributo massimo di 1.600 euro (pari al 20%).

Oltre alla normativa nazionale, sono molte le regioni che hanno avviato politiche locali di attrazione, puntando su borghi e paesi montani per offrire nuove opportunità a giovani, famiglie e pensionati.

Calabria: fino a 20mila euro per chi apre un’attività nei borghi montani

Con il progetto “Abita Borghi Montani”, la Regione Calabria mette sul piatto contributi fino a 20.000 euro per chi decide di avviare un’attività imprenditoriale in uno dei comuni a rischio spopolamento.

Inoltre, i pensionati che scelgono di trasferire e mantenere la residenza per almeno 5 anni, possono ricevere un bonus annuale da 5.000 euro, che decade in caso di trasferimento.

Abruzzo: incentivi alle famiglie e alle microimprese

L’Abruzzo punta sulle famiglie. Chi si trasferisce in un comune montano con meno di 3.000 abitanti può ottenere un contributo fino a 2.500 euro, che sale a 5.000 euro se almeno un componente apre un’attività.

Tra il 2022 e il 2023, grazie a queste misure, sono nate 30 nuove imprese locali, in gran parte nei settori del commercio e dei servizi.

Sardegna: contributi per chi crea occupazione

Nell’isola, chi apre o trasferisce un’attività in un comune con meno di 3.000 abitanti può accedere a incentivi a fondo perduto.

Il contributo può raggiungere i 20.000 euro, a condizione che l’iniziativa porti anche a nuove assunzioni.

Emilia-Romagna: rientro agevolato per i fuorisede

Pensando ai propri cittadini emigrati all’estero, l’Emilia-Romagna prevede un rimborso sulle spese di viaggio per chi vive fuori da almeno due anni e decide di tornare e trasferire nuovamente la residenza nella regione. Tra le spese rimborsabili, anche i biglietti aerei.

Incentivi statali: “Resto al Sud” e “Autoimpiego Centro-Nord”

Oltre alle iniziative regionali, restano attivi anche due strumenti nazionali promossi da Invitalia, con scadenze imminenti:

  • Resto al Sud: contributi fino a 200.000 euro per l’avvio di attività in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nei territori del cratere sismico del Centro Italia;
  • Autoimpiego Centro-Nord: incentivo rivolto a giovani under 35 che vogliono avviare un’attività nelle regioni del Centro e Nord Italia. Prevede un voucher iniziale da 40.000 euro e altri contributi a fondo perduto.

Conclusioni: un'opportunità per ripartire dai territori

  • La strategia è chiara: favorire il ripopolamento e lo sviluppo delle aree interne attraverso strumenti fiscali, incentivi e sostegni concreti. 
  • Che si tratti di lavoratori da remoto, famiglie in cerca di qualità della vita, giovani imprenditori o pensionati alla ricerca di tranquillità, le opportunità non mancano.
  • Con l’ingresso in vigore della nuova legge nazionale e l’impegno già attivo di molte regioni, oggi tornare a vivere e lavorare in montagna non è solo una scelta di vita, ma anche una possibilità sostenuta da agevolazioni reali.
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