Tra le misure previste nella nuova Legge di Bilancio 2026, il Governo ha deciso di confermare il taglio dell’Ires per le aziende che reinvestono i propri utili e creano nuova occupazione.
L’aliquota dell’imposta sul reddito delle società scenderà così dal 24% al 20% per chi rispetta determinati requisiti.
Il taglio dell’Ires affiancherà altri interventi previsti nella manovra economica, come la riforma dell’Irpef per i redditi medio-bassi e i nuovi incentivi all’assunzione di giovani e donne.
Quale sarà il destino dell’Ires premiale? Vediamo intanto come funziona e cerchiamo di capire quale sarà il suo futuro.
Il meccanismo dell’Ire premiale consente alle imprese che decidono di reinvestire gli utili e aumentare l’organico di beneficiare di un’aliquota più bassa, al 20% anziché al 24%.
Possono accedere al beneficio:
Sono, invece, escluse le aziende in liquidazione, in fallimento o che adottano regimi fiscali agevolati come quello forfettario o di contabilità semplificata.
Nel 2025, secondo i dati del Ministero dell’Economia, oltre 40.000 imprese hanno beneficiato di questa agevolazione, generando effetti positivi in termini di investimenti e occupazione. Questo ha spinto il governo a valutare la conferma anche per il 2026.
Per accedere all’Ires ridotta, le imprese devono rispettare tre condizioni fondamentali:
Se anche una sola di queste condizioni non viene rispettata, l’azienda perde il diritto al beneficio e potrà essere costretta a restituire l’imposta risparmiata in qualunque momento.
L’Ires premiale ha già dimostrato di essere una leva efficace per la crescita. Per questo, il governo Meloni intende rafforzare questa misura anche nel 2026, premiando le aziende virtuose che reinvestono e creano posti di lavoro.
Tuttavia, le associazioni imprenditoriali chiedono di andare oltre: rendere la misura strutturale e più accessibile, soprattutto per le piccole e medie imprese, che spesso hanno maggiori difficoltà a soddisfare tutti i requisiti richiesti.
L’obiettivo è quello di creare un sistema fiscale più equo e premiante, che non favorisca solo le grandi realtà aziendali, ma anche quelle più piccole che scelgono di investire sul territorio, assumere e innovare.
Naturalmente, per ora siamo solo di fronte a una bozza della manovra e per sapere se effettivamente sarà prorograto anche al 2026, occorre attendere l'approvazione definitiva.