31 Oct, 2025 - 08:47

Mini Irpef per avere più soldi in busta paga: vantaggi ed effetti sul potere d'acquisto

Mini Irpef per avere più soldi in busta paga: vantaggi ed effetti sul potere d'acquisto

Il governo sta valutando una serie di misure fiscali per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare il rinnovo dei contratti collettivi, spesso bloccati da tempo.

Tra queste spiccano la “mini Irpef” con una tassazione ridotta sugli aumenti salariali, un adeguamento automatico degli stipendi all’inflazione in caso di mancato rinnovo, e agevolazioni su straordinari, premi e welfare aziendale. 

L’obiettivo è sostenere i lavoratori senza appesantire troppo le imprese, ma l’attuazione dipende ancora dalla definizione delle risorse necessarie.

Nel testo, maggiori dettagli sulla misura.

Mini Irpef: meno tasse sugli aumenti di stipendio

Uno dei punti cardine della strategia del governo è la cosiddetta “mini Irpef”. Questa misura prevede di applicare un’aliquota agevolata al 10% solo sugli aumenti degli stipendi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi.

L’obiettivo è chiaro: far sì che i lavoratori si ritrovino in busta paga una quota più alta degli aumenti concordati, senza doverne cedere troppo allo Stato.

La misura vorrebbe anche stimolare la ripresa delle trattative contrattuali, che in molti settori sono ferme da tempo. Inoltre, il beneficio fiscale sarebbe applicato solo sulla parte incrementale dello stipendio, così da non appesantire troppo il costo del lavoro per le aziende.

Stipendi aggiornati all’inflazione in assenza di rinnovo

Per proteggere i lavoratori dal rischio di perdere potere d’acquisto durante periodi prolungati di blocco contrattuale, è allo studio un meccanismo di adeguamento automatico degli stipendi all’inflazione.

Se le trattative per il rinnovo del contratto collettivo si bloccassero per più di due anni, gli stipendi verrebbero adeguati in base all’indice Ipca, un indicatore che misura l’aumento dei prezzi al consumo escludendo i beni energetici importati.

Questo sistema mira a evitare che l’inflazione eroda il valore reale delle retribuzioni, offrendo una protezione automatica ai lavoratori e spingendo al contempo le parti sociali a trovare accordi in tempi più brevi.

Tassazione agevolata su straordinari, premi e fringe benefit

Parallelamente alla mini Irpef e all’adeguamento automatico, il governo intende intervenire anche sulla tassazione del lavoro straordinario, notturno e festivo, proponendo di applicare una tassazione sostitutiva fissa del 10%.

Attualmente, questi compensi sono tassati come reddito ordinario, e questo limita spesso il loro effetto positivo sul netto in busta paga.

L’obiettivo è rendere più conveniente l’utilizzo di queste ore, valorizzandole anche dal punto di vista fiscale.

Inoltre, si prevede di ampliare i limiti per la tassazione agevolata sui premi di risultato e sui fringe benefit, aumentando le soglie di esenzione per migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori senza aumentare i costi per le imprese.

Previdenza integrativa: la possibile reintroduzione del silenzio-assenso sul TFR

Un altro tassello importante del pacchetto riguarda la previdenza complementare. Il governo sta valutando di reintrodurre il silenzio-assenso per la destinazione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) ai fondi pensione. Ciò significherebbe che, se il lavoratore non esprime una scelta esplicita, il TFR maturando viene automaticamente versato in un fondo pensione complementare.

Questa misura vuole favorire una maggiore adesione alla previdenza integrativa, oggi poco diffusa, e assicurare un futuro pensionistico più sicuro.

Tuttavia, tutte queste iniziative necessitano di adeguate risorse finanziarie, e il governo sta cercando fonti di finanziamento, in particolare tramite un possibile contributo straordinario dalle banche, che dovrà essere definito nei prossimi giorni.

Cosa sapere in sintesi sulla mini Irpef

Il governo propone un pacchetto integrato di misure fiscali per sostenere i redditi da lavoro e rilanciare i contratti collettivi, con la mini Irpef sugli aumenti salariali, un adeguamento automatico degli stipendi all’inflazione in assenza di rinnovo, una tassazione agevolata su straordinari e premi, e la possibile reintroduzione del silenzio-assenso sul TFR per rafforzare la previdenza integrativa.

Questi interventi sono pensati per migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare la contrattazione, ma la loro realizzazione dipenderà dalla definizione delle coperture finanziarie necessarie.

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