31 Oct, 2025 - 09:32

CIG: cosa cambia nel nuovo obbligo di comunicazione

CIG: cosa cambia nel nuovo obbligo di comunicazione

Una novità importante arriva per i lavoratori che percepiscono la cassa integrazione guadagni (CIG): sono ora tenuti a un ulteriore obbligo di comunicazione.

Oltre alla già prevista comunicazione all’INPS, infatti, devono informare tempestivamente anche il proprio datore di lavoro in caso di avvio di una nuova attività lavorativa.

Questa misura punta a rendere più trasparente la gestione dei trattamenti di sostegno al reddito e a prevenire eventuali abusi che potrebbero sfociare in sanzioni disciplinari.

Nell’articolo parleremo del nuovo obbligo, come si effettua e tutte le informazioni utili.

Cassa integrazione: il nuovo obbligo di comunicazione al datore di lavoro

La cassa integrazione rappresenta un importante strumento di tutela per i lavoratori nei momenti di crisi o riduzione dell’attività aziendale.

Fino a oggi, chi usufruiva di questo ammortizzatore sociale doveva comunicare esclusivamente all’INPS l’inizio di una nuova attività lavorativa, così da consentire all’Istituto di sospendere o modificare l’indennità.

Con il nuovo decreto, tuttavia, si introduce un passaggio aggiuntivo: il lavoratore deve informare anche il datore di lavoro che ha richiesto la CIG.

L’obiettivo è garantire un flusso di informazioni diretto e immediato tra dipendente e azienda, evitando situazioni di doppio beneficio o di incompatibilità tra il sostegno economico e il lavoro svolto.

Perché è stato introdotto questo obbligo

Questa nuova disposizione nasce dall’esigenza di migliorare la trasparenza e facilitare i controlli sul corretto utilizzo delle integrazioni salariali.

In passato, la comunicazione esclusiva all’INPS non consentiva sempre al datore di lavoro di essere informato in tempi rapidi sull’eventuale avvio di un altro impiego da parte del lavoratore, con il rischio di ritardi o irregolarità nella gestione del rapporto.

Grazie al nuovo obbligo, il datore di lavoro viene subito avvisato e può intervenire tempestivamente, sospendendo la richiesta di CIG o segnalando eventuali anomalie, in modo da limitare il rischio di indebite percezioni e assicurare un uso corretto delle risorse pubbliche.

Cosa deve fare il lavoratore in cassa integrazione che inizia un nuovo lavoro

Il lavoratore in cassa integrazione che intraprende una nuova attività deve rispettare due distinti obblighi di comunicazione: innanzitutto deve informare l’INPS attraverso le procedure ufficiali.

In secondo luogo, deve comunicare senza indugio anche al datore di lavoro che ha richiesto la CIG di aver iniziato la nuova occupazione.

La comunicazione al datore di lavoro dovrebbe preferibilmente avvenire per iscritto, così da lasciare una traccia chiara e documentata. Questo passaggio è essenziale per garantire la massima trasparenza e permettere all’azienda di operare nel rispetto delle norme che regolano l’integrazione salariale.

Le conseguenze in caso di mancato adempimento

Se il lavoratore non comunica al datore di lavoro l’avvio di una nuova attività, le conseguenze potrebbero essere serie.

Sebbene non sia ancora stata stabilita una decadenza automatica dal beneficio, la mancata comunicazione può rappresentare una violazione disciplinare.

Il datore di lavoro potrà quindi aprire un procedimento interno per contestare il mancato rispetto di questo obbligo di legge.

Inoltre, in futuro potrebbero essere introdotte sanzioni più precise, anche di natura economica, a seconda degli interventi normativi o amministrativi che saranno adottati dall’INPS e dal Ministero del Lavoro.

Nuovi obblighi per i lavoratori in cassa integrazione: le cose da sapere

  • Comunicazione obbligatoria anche al datore di lavoro: oltre all’informazione già prevista all’INPS, chi percepisce la cassa integrazione deve ora avvisare tempestivamente anche il datore di lavoro in caso di avvio di una nuova attività lavorativa;
  • Obiettivo: trasparenza e corretto uso delle risorse: la nuova norma mira a migliorare la trasparenza nel sistema di integrazione salariale, prevenendo doppi benefici e facilitando controlli rapidi da parte delle aziende;
  • Conseguenze in caso di mancato avviso: il mancato rispetto di questo obbligo può comportare sanzioni disciplinari e, in futuro, potrebbero essere previste anche penalità economiche, a seconda delle ulteriori disposizioni normative.
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