Brutte notizie dal mondo di Stranger Things, la serie che ha trasformato un gruppo di adolescenti in star dal successo mondiale e che sta per salutare il pubblico con la sua quinta e ultima stagione su Netflix.
Proprio quando ci si aspettava solo hype, poster promozionali e grandi trailer, un capitolo molto meno piacevole si è aperto dietro le quinte.
Millie Bobby Brown, l'attrice di Unidici, avrebbe infatti depositato una denuncia formale contro David Harbour, il suo storico collega sul set, interprete dell'amatissimo capo della polizia Jim Hopper, accusandolo di comportamenti riconducibili a bullismo e molestie (da specificarsi, di natura non sessuale).
Una vicenda che ha spiazzato tutti e che ha costretto Netflix ad avviare verifiche interne per chiarire cosa sia realmente accaduto.

Millie Bobby Brown abbraccia David Harbour sul red carpet durante la première della quarta stagione di "Stranger Things" di Netflix a New York
La notizia non è arrivata da comunicati ufficiali o dichiarazioni pubbliche, ma dal Daily Mail, successivamente ripreso da numerose testate italiane e internazionali.
La denuncia sarebbe stata formalizzata da Millie Bobby Brown nei primi mesi del 2025, poco prima del via alle riprese dell’ultima stagione.
Si parla di documenti dettagliati e di un clima sul set considerato teso, al punto che Brown avrebbe lavorato affiancata da un rappresentante personale (una scelta insolita in una produzione televisiva di questo tipo).
Al momento, però, nessuna delle parti coinvolte – né Netflix né i rappresentanti dei due attori – ha rilasciato commenti ufficiali, lasciando spazio solo ai rumor.
Le accuse riportate riguardano presunti comportamenti verbali e dinamiche vissute come pressioni psicologiche da parte di Harbour nei confronti di Brown.
Nessuna componente a sfondo sessuale, ma un presunto clima lavorativo pesante, tanto più sorprendente considerando il rapporto padre-figlia che i due interpretano nella serie, e che per anni aveva fatto pensare a una forte sintonia anche fuori dalle scene.
Questi episodi non sarebbero stati isolati, motivo che avrebbe spinto l’attrice a rivolgersi a un team legale per tutelarsi prima e durante la produzione. Netflix, dal canto suo, avrebbe avviato un’indagine interna durata mesi, senza però aver reso noto l’esito delle verifiche.
Lo scandalo è esploso proprio ora, mentre Netflix si prepara al gran finale di Stranger Things. Il clima di festa si è trasformato in una situazione delicata dal punto di vista dei rapporti interni al cast.
La produzione, secondo fonti anonime, starebbe facendo di tutto per limitare i danni d'immagine e mantenere l'attenzione sul prodotto, evitando che la controversia oscuri il successo atteso della serie.
Le partecipazioni promozionali di Brown e Harbour sarebbero state differenziate con attenzione: niente red carpet condivisi, niente apparizioni a due, nemmeno durante eventi di grande rilievo.
Nel frattempo, il pubblico si è diviso: da una parte chi sostiene Brown e chiede trasparenza; dall’altra chi invita alla prudenza, in attesa di conferme ufficiali.
Per la produzione, si tratta di un equilibrio complesso: proteggere il valore di una serie simbolo della piattaforma, senza ignorare o minimizzare una questione che riguarda il clima di lavoro tra gli interpreti e il resto del team. Una situazione che potremmo definire ancora in evoluzione.
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