I genitori separati e divorziati, a partire dal 1° gennaio 2026, potranno contare sul bonus affitto. Nella Legge di Bilancio è stato, infatti, previsto un fondo di 20 milioni di euro per sostenere le famiglie che attraversano situazioni molto difficili.
Un aiuto per l’affitto di casa diventa una grande opportunità soprattutto per chi deve far fronte a molte spese e, adesso, si trova in difficoltà.
Vediamo subito come a chi è destinato, come funziona e tutte le caratteristiche principali delle misure.
Come altri aiuti per famiglie e genitori - dal congedo parentale agli incentivi per le madri - anche questo sostegno ha regole precise.
Il bonus spetta a madri e padri separati o divorziati che:
In pratica, si rivolge a chi continua a sostenere le spese dei figli ma non può rientrare nella propria abitazione e deve affrontare costi aggiuntivi, come l’affitto di una nuova casa.
Un sostegno pensato per alleggerire il peso di una situazione che, per molti genitori separati, è più che mai concreta e quotidiana.
Il nuovo contributo economico per genitori separati nasce in un contesto politico sempre più attento alle difficoltà delle famiglie.
Negli ultimi anni, l’aumento delle separazioni e dei divorzi in Italia ha reso evidente quanto sia urgente sostenere chi continua a prendersi cura dei figli da solo.
Le spese legate alla gestione familiare dopo la fine del matrimonio sono spesso pesanti, e l’aumento costante degli affitti rende il peso economico ancora più significativo.
Il bonus sarà ufficialmente attivo dal 1° gennaio 2026, ma questo non significa che le domande potranno partire subito.
Prima di poter fare richiesta sarà necessario attendere il decreto attuativo, che chiarirà tutti i dettagli: dalle modalità di presentazione delle domande ai controlli sui requisiti, dai tempi di erogazione fino ai documenti da allegare.
Secondo le previsioni, il decreto potrebbe arrivare nei primi mesi del 2026, dando così ai genitori interessati il tempo di preparare tutta la documentazione necessaria.
Un sostegno pensato per alleggerire le spese di chi, nonostante la separazione, continua a mettere al primo posto il benessere dei propri figli.
Restano ancora molti dettagli da chiarire, a partire da come verrà concretamente attuato il sostegno.
Il meccanismo dovrebbe basarsi su un modello “a domanda”: i genitori interessati dovranno quindi inviare un’istanza corredata da tutta la documentazione necessaria a dimostrare la propria situazione.
Per non perdere tempo, conviene iniziare a raccogliere fin da subito i documenti più probabili: la sentenza di separazione o divorzio, il contratto di affitto, la documentazione fiscale dei figli a carico e l’Isee aggiornato.
Quando il decreto entrerà in vigore, sarà fondamentale muoversi rapidamente: il fondo, seppur significativo, resta limitato e rischia di esaurirsi in fretta se le richieste supereranno le stime iniziali. Non restare indietro potrebbe fare la differenza.
Su questo punto ci sono ancora forti dubbi: potrebbe trattarsi di un contributo economico diretto, versato una sola volta o a intervalli regolari, oppure di un’agevolazione fiscale capace di alleggerire le tasse.
Qualunque sia la formula scelta, l’intervento dovrà comunque rispettare il tetto di spesa fissato a 20 milioni di euro all’anno.
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