09 Nov, 2025 - 08:12

Carlo Verdone: dove è nato e dove vive? Le origini dell'attore

Carlo Verdone: dove è nato e dove vive? Le origini dell'attore

Personaggi comici, malinconici e caratteri tipici di un'unica città: Roma. A questo ci viene da pensare quando viene nominato Carlo Verdone.

La Capitale, d'altronde, è stata spesso organismo vivo e sfondo dei suoi film più famosi. A pochi giorni dai suoi 75 anni, il regista e attore resta uno dei pilastri della commedia italiana, profondamente legato alle proprie radici, tanto da averne fatto il filo rosso della sua opera: dalle prime maschere di Un sacco bello (1980) fino a Vita da Carlo, dove la città eterna è identità, biografia, destino.

Un legame così viscerale da far sembrare quasi superfluo ricordarlo, eppure lui lo fa sempre, con orgoglio, con tenerezza e con l'ironia che l'ha sempre caratterizzato.

Dove è nato Carlo Verdone: età e origini

Carlo Verdone nasce a Roma il 17 novembre 1950, dentro una famiglia che di cinema respirava l’aria sin dagli albori. Suo padre, Mario Verdone, era uno dei più autorevoli critici e storici del cinema italiano; sua madre, Rossana Schiavina, proveniva da un ambiente colto e borghese, in cui l’arte faceva parte della quotidianità.

Cresce in via Lungotevere dei Vallati, nel rione Regola, in un grande appartamento ottocentesco che lui stesso ricorda nel suo libro autobiografico come “la casa sopra i portici”. Un luogo pieno di libri, conversazioni animate e visite di attori e gente di spettacolo.

Lì, più che sui banchi di scuola, Verdone impara l’osservazione degli esseri umani. Studia il cinema attraverso i dettagli della vita e delle persone, con i loro tic, le fragilità, i sogni e le frustrazioni. Il materiale umano è diventato proprio la materia prima dei suoi personaggi.

Dove vive oggi Carlo Verdone

Oggi Verdone continua a vivere a Roma, in un attico a Monteverde Vecchio, quartiere alto, con una terrazza che guarda su uno dei panorami più belli del mondo: Gianicolo, Palazzo Farnese, Ponte Sisto, la Sinagoga, stando a quanto riporta Cineblog.

Monteverde, per lui, è un rifugio. Uno spazio silenzioso dove scrivere, pensare, osservare, e magari anche lamentarsi bonariamente dei problemi in città o dei tempi che cambiano, come ogni romano che si rispetti.

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