Roberto Fico, c'era una volta un Presidente della Camera che decideva di andare a Montecitorio in autobus. E vabbè che la cosa durò lo spazio di un giorno, giusto il tempo per qualche foto.
Ora invece, Roberto Fico, candidato del centrosinistra in Campania, è finito nel vortice delle polemiche perché, oltre a scoprire che ha una barca ormeggiata in maniera privilegiata al molo riservato ai militari, ha a disposizione anche una scorta sebbene il suo mandato istituzionale nelle vesti di terza carica dello Stato sia terminato da un pezzo.
Una volta, per i grillini, scorte, auto blu e barche a mare erano i simboli di un potere da abbattere. Ora, invece, tra i potenti ci sono anche loro.
Vedere per credere la parabola di Roberto Fico, accusato di avere, oltre che una barca, anche una scorta che non l'abbandona mai, nemmeno in aereo.
Questa notizia è stata data da Simone Di Meo su Libero.
Roberto Fico, oggi, è impegnato nella campagna elettorale per le elezioni regionali in Campania, dove si presenta come candidato governatore per il centrosinistra.
Ma negli ultimi giorni deve difendersi solo da accuse di incoerenza con quanto è andato predicando per una vita che gli piovono da tutti i lati.
La prima è stata a proposito di un ormeggio irregolare della sua barca nel porto militare di Nisida, a Napoli.
La polemica sulla barca di Fico è esplosa dopo che Fratelli d'Italia, tramite il senatore Sergio Rastrelli, ha annunciato un'interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulla presenza di un'imbarcazione di proprietà di Roberto Fico ormeggiata senza titolo nel porto militare di Nisida.
L'accusa è stata definita molto grave, poiché riguarda presunte violazioni delle regole e l'illegalità nell'uso degli ormeggi militari.
Fico ha respinto gli attacchi definendoli assurdi e privi di contenuto politico.
In ogni caso, credendo di mettersi al riparo, ha precisato che l'imbarcazione in questione è un semplice "gozzo usato", negando qualsiasi abuso o titolo illegale.
Tuttavia, gozzo o non gozzo: Fico non ha risposto nel merito.
Così, il caso ha acceso lo scontro politico nel contesto già molto acceso della competizione regionale in Campania, dove la partita elettorale del 23 e 24 novembre sembrerebbe aperta.
La polemica sulla scorta, invece, è nata grazie al lavoro gionalistico di Simone Di Meo di Libero.
Il cronista del giornale diretto da Mario Sechi ha dato notizia che la scorta di cui ha beneficiato Roberto Fico è costata circa centomila euro.
Di Meo ha specificato che "accanto all'assegnazione standard di un poliziotto napoletano durante le sue trasferte nel capoluogo, era stato aggiunto un agente proveniente dall'Ispettorato della Camera dei Deputati. Una scorta mista, insomma. Una formula rara, costosa e discutibile. Soprattutto perché Fico non ricopriva più alcun incarico istituzionale. Ma il privilegio, quando si è grillini di rango, ha il sapore dolce della Casta..."
Fico, tra l'altro, disponeva del poliziotto a sua difesa anche quando prendeva l'aereo.
Il che fa sorgere a Di Meo anche una domanda:
Eppure, non molti anni fa, Roberto Fico e il Movimento Cinque Stelle si distinguevano per la loro ferma opposizione alla "casta", intendendo con questo termine la classe politica tradizionale accusata di privilegi, sprechi e condotte poco trasparenti.
Fico, in particolare, ha fatto della lotta contro i privilegi uno dei temi fondamentali della propria azione politica.
Da parlamentare e presidente della Camera, ha spesso rivendicato scelte di austerità personale e impegno per la trasparenza e la moralità pubblica.
Ora, invece, tutto sembrerebbe svanito a bordo di una barca. O di un aereo.
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