Gli Stati Uniti hanno ufficialmente inserito quattro gruppi riconducibili al movimento Antifa in Germania, Italia e Grecia nella lista delle organizzazioni considerate “terroristi globali”, su iniziativa dell’amministrazione Trump.
La decisione, annunciata dal Dipartimento di Stato e destinata a entrare in vigore dal 20 novembre 2025, segna un punto di svolta nella strategia antiterrorismo adottata dagli USA anche a livello internazionale, con ricadute che promettono di incidere sul dibattito politico europeo e sulla gestione dei movimenti antagonisti.
Nel comunicato ufficiale si citano in particolare il collettivo tedesco Antifa Ost e altre tre formazioni attive in Italia e Grecia.
Per quanto riguarda il contesto italiano, nel mirino è finita la Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI), descritta come “gruppo anarchico militante che opera principalmente in Italia, con affiliati in Europa, Sud America e Asia”.
Questo gruppo, si legge nelle note americane, promuoverebbe la “lotta armata rivoluzionaria contro gli Stati nazionali e la Fortezza Europa”, con una strategia che va oltre il territorio nazionale e ha già attirato l’attenzione degli apparati di sicurezza di vari Paesi.
Secondo Marco Rubio, segretario di Stato USA che ha firmato la dichiarazione, questi gruppi seguono “ideologie rivoluzionarie anarchiche o marxiste, tra cui antiamericanismo, anticapitalismo e antichristianesimo”, utilizzando tali principi “per incitare e giustificare aggressioni violente sia a livello nazionale che internazionale”.
La Casa Bianca ha sottolineato che la designazione risponde all’impegno di Trump nel contrastare la campagna di violenza politica attribuita ad Antifa, reputata una minaccia crescente sia per la sicurezza interna che per la stabilità delle democrazie occidentali.
L’inserimento nella lista delle “Organizzazioni Terroristiche Straniere” prevede conseguenze concrete e immediate:
Le misure rientrano in una strategia USA di indirizzo globale, con l’obiettivo dichiarato di negare “fondi e risorse ai terroristi”, estendendo l’azione di intelligence su scala mondiale e colpendo il network internazionale dei movimenti antagonisti di matrice anarchica e antifascista.
La decisione di Washington rappresenta un ampliamento del perimetro tradizionale del terrorismo internazionale.
Fino ad oggi, la lista FTO (Foreign Terrorist Organizations) era stata principalmente riservata a gruppi jihadisti, separatisti o milizie estremiste.
Coinvolgere realtà antifasciste o anarchiche introduce un precedente che cambia radicalmente i parametri di valutazione della minaccia.
L’impatto della decisione Usa sarà verosimilmente duplice: da un lato, si rafforzeranno i controlli e le attività di intelligence sui gruppi individuati, con numerose ricadute a livello giudiziario e amministrativo.
Dall’altro, la scelta di Trump contribuirà a polarizzare ulteriormente il dibattito tra sostenitori della “tolleranza zero” verso ogni forma di violenza politica e chi denuncia una deriva criminalizzante delle opposizioni radicali.
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