26 Nov, 2025 - 13:14

Articolo 609-bis: l’ emendamento sul consenso libero e attuale. Cosa cambia per la violenza di genere in Italia

In collaborazione con
Chiara Ena
Articolo 609-bis: l’ emendamento sul consenso libero e attuale. Cosa cambia per la violenza di genere in Italia

Il 13 novembre 2025 segna una data importante nel panorama legislativo italiano, con l'approvazione in Commissione Giustizia alla Camera di un emendamento alla proposta di legge che modifica l'Articolo 609-bis del Codice Penale, riguardante il reato di violenza sessuale.

L'accordo bipartisan raggiunto mira a inserire esplicitamente il concetto di "consenso libero e attuale" come elemento centrale del reato, allineando l'Italia agli standard internazionali, come quelli adottati da Paesi come la Spagna con il principio del "solo sì è sì".

L'emendamento propone di sostituire l'attuale formulazione dell'Articolo 609-bis con un testo che sposta il focus dalla reazione della vittima (costretta da violenza, minaccia o abuso) all'assenza di un consenso esplicito.

Il nuovo testo, in sintesi, stabilisce che:

"Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali ad un'altra persona senza il consenso libero e attuale di quest'ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni."

Questo rappresenta una vera e propria svolta concettuale e culturale:

       Centralità del consenso: La norma non si concentra più sulla necessità per la vittima di dimostrare la sua resistenza, ma sull'obbligo, per chi compie l'atto, di assicurarsi che vi sia un consenso libero, informato, revocabile e attuale. Un "no" esplicito non è più l'unica prova di violenza.

       Contrasto alla "vittimizzazione secondaria": L'obiettivo è eliminare il pregiudizio che spesso si insinua nei processi, costringendo la vittima a difendersi o a spiegare perché non ha reagito. È ampiamente riconosciuto che la violenza può provocare un blocco psicofisico (la cosiddetta "paralisi tonica" o freezing), annullando la capacità di reazione.

La violenza di genere in Italia: il contesto attuale

La modifica all'Articolo 609-bis si inserisce in un contesto nazionale in cui la violenza di genere – termine che racchiude atti di violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica diretti contro una persona in quanto donna, o che colpisce in modo sproporzionato le donne – rimane un'emergenza.

I dati Istat e del Ministero dell'Interno mostrano che la violenza sessuale, lo stalking e i maltrattamenti contro familiari e conviventi hanno un'incidenza sulle vittime di sesso femminile che si mantiene a livelli critici (circa il 91% per le violenze sessuali e l'81% per i maltrattamenti).

Nonostante le iniziative legislative precedenti (come il Codice Rosso del 2019 e i successivi interventi legislativi), che hanno mirato a velocizzare le indagini e inasprire le pene, il fenomeno della violenza continua a richiedere una risposta più efficace.

Le principali sfide nella lotta alla violenza di genere includono:

       La cifra nera: La maggior parte degli abusi non viene denunciata, specialmente quelli commessi in ambito domestico o da partner attuali/ex.

       La questione culturale: La radice del problema risiede in una cultura che ancora fatica a riconoscere la piena autodeterminazione della persona e che alimenta stereotipi di genere.

       La vittimizzazione secondaria: Nonostante gli sforzi, le vittime sono ancora troppo spesso sottoposte a domande intrusive e dannose durante i processi e le indagini, che ritardano o compromettono il percorso di giustizia.

Prospettive per il futuro

L'emendamento sull'Art. 609-bis è un passo avanti decisivo e indica la direzione che la legislazione italiana sta intraprendendo: dare priorità all'autodeterminazione della persona. Tuttavia, la lotta alla violenza di genere richiede un approccio multilivello che vada oltre la sola riforma penale.

La nuova definizione del reato di violenza sessuale dovrà essere supportata da:

       Formazione specifica: È fondamentale una formazione obbligatoria per magistrati, forze dell'ordine e avvocati, per garantire che il principio del "consenso libero e attuale" sia applicato correttamente e per evitare interpretazioni che possano vanificare la portata della riforma.

       Potenziamento della rete di tutela: Continuare a rafforzare i centri antiviolenza, le case rifugio e i servizi di assistenza legale e psicologica per le vittime.

Il futuro risiede nella prevenzione primaria. Ciò significa:

       Educazione all'affettività e sessualità: Introdurre programmi scolastici stabili e obbligatori per insegnare il rispetto reciproco, l'uguaglianza di genere e il valore del consenso sin dall'infanzia.

       Campagne di sensibilizzazione: Promuovere campagne che mirino a decostruire gli stereotipi tossici di mascolinità e femminilità.

Parallelamente, si sta discutendo l'introduzione di percorsi di trattamento psicologico obbligatori per i condannati per reati sessuali, maltrattamenti o atti persecutori, come già previsto in altre normative (es. pacchetto di interventi in materia di femminicidio), per affrontare le radici comportamentali della violenza e ridurre il rischio di recidiva.

In conclusione, l'emendamento è un catalizzatore di un cambiamento non solo giuridico ma soprattutto culturale. Se approvato in via definitiva, porrà una pietra miliare, rendendo esplicito un principio etico fondamentale: senza un consenso chiaro e attivo, non c'è possibilità di reciprocità, ma solo violazione della libertà personale.

A cura di Chiara Ena

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