Dopo più di vent’anni di attesa, il Grande Museo Egizio di Giza, conosciuto come GEM, che sorge sull’altopiano della necropoli ed è situato a pochi chilometri dalle sue Piramidi, ha finalmente aperto al pubblico, il 4 Novembre 2025. Questo museo, ormai il maggiore al mondo, con una superficie di 500mila metri quadri, ospita più di 100mila reperti appartenenti solo ed esclusivamente all’Antico Egitto.
L’inaugurazione di questo complesso rappresenta non solo una nuova tappa storica per l’Egittologia e i suoi appassionati, ma anche un elemento strategico per la rinascita turistica e culturale della Nazione, dopo un periodo politico-economico abbastanza fragile.
Il Governo egiziano, già nel 2011, aveva annunciato il lancio di un concorso internazionale di architettura, per progettare il più grande museo di Egittologia del mondo: esso venne vinto dallo studio di architettura irlandese Heneghan Peng Architects (HPARC), i cui lavori iniziarono nel 2006 e vennero sostenuti anche dal largo sostegno economico del Governo giapponese, giungendo ad un investimento di circa 1 miliardo di Euro. Il processo di costruzione, però, venne ritardato per una serie di questioni interne al Paese, così come per l’aumento, negli anni, dei prezzi dei materiali, andando, tuttavia, a buon fine.
Inoltre, l’inaugurazione del GEM, che doveva avvenire il 3 luglio 2025, è stata posticipata, a causa di alcuni conflitti in corso in Medio Oriente (tra cui quello di Gaza, oltre a conflitti meno recenti come la Primavera Araba del 2010-2012, che ne hanno compromesso anche l’effettiva edificazione), al 1° Novembre, per un pubblico selezionato: conclusasi questa, il museo è diventato interamente visitabile a tutti, a partire dal 4 Novembre. Già nel 2023, tuttavia, era partita una fase di pre-apertura e sperimentazione, grazie alla quale era stato possibile visitare in anteprima e tramite visite guidate, solo alcune zone del complesso; in seguito, è avvenuta un’apertura parziale di 12 sale e gallerie che, però, non comprendevano ancora la principale attrazione, ovvero l’intero tesoro di Tutankhamon, resa accessibile solo dopo l’inaugurazione ufficiale.
Al-Sisi ha definito questo evento “Un nuovo capitolo della storia del presente e del futuro dell’Egitto”. Tra le personalità intervenute all’inaugurazione c’era anche il Ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, insieme a 79 esponenti internazionali. La cerimonia d’inaugurazione è stata trasmessa integralmente in diretta dalla televisione di Stato egiziana e gli alberghi hanno registrato il tutto esaurito, anche se il museo ha poi effettivamente aperto per intero, al pubblico, solo qualche giorno dopo.
Per il Progetto GEM, la HPARC aveva ideato un edificio che dialogasse armonicamente con il paesaggio desertico e con le Piramidi di Giza poco distanti, andando ad alleggerire anche il Museo Egizio di Piazza Tahir, ormai incapace di contenere l’enorme quantità di reperti accumulati nel tempo e di accogliere un flusso sempre più crescente di visitatori.
L’edificio, considerato Green Building, in quanto dotato di sistemi ecosostenibili, è caratterizzato da un atrio monumentale, scale scenografiche, gallerie tematiche ed interattive, un laboratorio di conservazione, con centri di restauro e infrastrutture climatiche usate per garantire la protezione a lungo termine dei reperti, e giardini esterni. Il design e l’allestimento del museo sono pensati per offrire al visitatore un’esperienza immersiva e studiati per rendere viva e coinvolgente la storia egiziana.
L’imponente facciata del complesso, triangolare e in vetro, è lunga 600 metri, e contiene chiari riferimenti all’architettura di Giza, tra cui le linee delle sue Piramidi, una delle sette meraviglie del mondo antico, da cui dista meno di due chilometri e a cui è collegato tramite un ponte percorribile sia a piedi che con veicoli elettrici; persino l’intero percorso proposto dal museo stesso termina con una vetrata che affaccia su di esse.
All’interno del GEM sono presenti 12 sale principali, dedicate a percorsi cronologici e tematici che partono dalla Preistoria e passano per l’Antico, Medio e Nuovo Regno, fino al periodo Greco-Romano, e tutte affrontano temi trasversali come società, regalità e credenze. Tra i pezzi più celebri spicca la colossale statua di Ramses II, alta circa 11 metri e pesante 83 tonnellate: la statua, posizionata proprio nel grande atrio del museo, risale a 3200 anni fa ed è stata scoperta, nel 1820, da Giovanni Battista Caviglia nel Grande Tempio di Ptah, vicino a Menfi, la capitale d’Egitto durante l’Antico Regno.
Particolarmente attesa era la sezione dedicata a Tutankhamon, il cui spazio è stato organizzato secondo un percorso scenografico che accompagnasse il visitatore attraverso la vita dell’imperatore, fino al suo viaggio nell’aldilà, culminando con una ricostruzione multimediale a grandezza naturale della sua tomba, situata in una stanza insieme al trono d’oro e al sarcofago dorato. La maschera funeraria di Tutankhamon, realizzata artigianalmente con oro, quarzite e lapislazzuli, e conservata in una teca di vetro antiproiettile spessa 40 millimetri, è alta oltre 50 centimetri, e fu trovata intatta nella tomba del faraone, proprio sulla testa della sua mummia, da Howard Carter, nel 1922. In particolare, la Galleria di Tutankhamon offre due narrazioni parallele: la vita e il regno di Tutankhamon e la scoperta della sua sepoltura.
Inoltre, il museo ospita due barche funerarie di Khufu, recentemente restaurate, testimonianza della maestria ingegneristica dell’Antico Egitto. Le collezioni, in generale, sono dedicate alla società, alla religione, al governo dell’Antico Egitto, alla vita quotidiana e all’eredità culturale, secondo un allestimento cronologico e dinastico. Si aggiungono le statue di Tolomeo II e Arsinoe II, collocate nel foyer del museo, il sarcofago in pietra di Thutmose I, posto in cima alla scalinata che conduce alle 12 sale espositive, la Barca solare appartenuta a Cheope, una delle imbarcazioni più antiche del mondo e che ha richiesto 13 anni per la ricostruzione dopo il rinvenimento negli anni ’50, e migliaia di altri manufatti provenienti dal Museo Egizio del Cairo e siti archeologici egiziani.
Il museo ha anche l’obiettivo di promuovere l’apprendimento attivo, stimolando curiosità e creatività e rendendo il complesso una meta ideale anche per le famiglie. La struttura è, infatti, anche educativa, con un Museo e spazi dedicati ai bambini, laboratori interattivi, e programmi di formazione.
L’apertura del GEM rappresenta un’importante dichiarazione culturale, politica ed economia, inserendosi nel progetto Egypt Vision 2030, volto a rivitalizzare il patrimonio e il turismo archeologico dell’Egitto e a riqualificare l’altopiano di Giza e le sue Piramidi, a cui si integra perfettamente, per celebrarne la storia e offrire un’esperienza più completa e moderna agli oltre 5 milioni di visitatori previsti, ogni anno, già nei primi anni di attività.
Lo stesso evento di inaugurazione del GEM, tra l’altro, ha visto una mobilitazione di portata internazionale e, in sua occasione, è stato descritto come la Quarta Piramide, per la sua monumentalità architettonica e la sua importanza simbolica. Il costo del biglietto d’ingresso è di circa 23€ per adulti, con le rispettive riduzioni per bambini, studenti o persone con particolari necessità, ed è consigliato prenotare in anticipo tramite il sito ufficiale, soprattutto nei periodi festivi e di grande affluenza turistica, e usare l’audioguida o partecipare alle visite guidate, se si vogliono spiegazioni più interessanti e approfondite in ciascun percorso.
Il Grande Museo Egizio di Giza rappresenta un ponte tra passato e presente, e si propone come simbolo di una rinascita culturale tanto potente quanto il deserto suggestivo che lo circonda. Per i suoi futuri visitatori, sarà una straordinaria esperienza di scoperta e riflessione che, finalmente, tornerà a mettere in luce una parte essenziale della nostra Storia.
A cura di Arianna Pisciarino
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