26 Nov, 2025 - 15:32

"The Equalizer 2: Senza Perdono": come finisce, dov'è stato girato e qual è la trama?

"The Equalizer 2: Senza Perdono": come finisce, dov'è stato girato e qual è la trama?

"The Equalizer 2: Senza Perdono" ha fatto letteralmente vibrare le poltrone del cinema grazie alla sua miscela di adrenalina pura, vendetta incandescente e un Denzel Washington che passeggia nella scena come se fosse nato per mettere a posto i conti con il mondo.

Se il primo capitolo aveva già lasciato gli spettatori a bocca aperta, questo sequel ha premuto l’acceleratore senza pietà: più action, più ferocia, più colpi di scena da "questo non l’avevo visto arrivare".

E visto che gli utenti cercano sempre le stesse tre cose - come finisce, qual è la trama, dove è stato girato - ecco tutto quello che sappiamo sull'adrenalinico film. Con una cascata di spoiler.

Trama completa di "The Equalizer 2"

Robert McCall ha provato a rifarsi una vita tranquilla a Boston, e quando diciamo "tranquilla" intendiamo che si è reinventato come autista per Lyft, aiutando persone in difficoltà con la stessa calma di chi fa la spesa il sabato mattina.

Ma quel passato da agente segreto della CIA non lo ha mai davvero lasciato andare. E siamo sinceri: un uomo come McCall non può restare lontano dai guai per troppo tempo. Infatti, appena il film parte, i guai bussano alla porta… e non suonano neanche il campanello.

Tutto si complica quando Susan Plummer, amica fidata e collega di vecchia data, vola a Bruxelles per indagare su un sinistro caso di omicidio-suicidio. Un incarico all’apparenza semplice ma che profuma di trappola lontano un miglio.

E infatti, poco dopo, Susan viene brutalmente assassinata in un hotel. Rapina? Casualità? Ma neanche per sogno. McCall lo capisce subito: c’è qualcosa di marcio in ballo.

Da qui parte la spirale di vendetta. E se qualcuno pensava che McCall si sarebbe limitato a "dare una lezione", evidentemente non conosce l’uomo dietro il nome Equalizer.

Come finisce "The Equalizer 2"

McCall scava, entra, analizza ogni dettaglio come un segugio addestrato… e scopre che dietro l’omicidio di Susan c’è Dave York, ex collega, vecchio amico, creduto morto da anni. 

Tradimento con la "T" maiuscola: York ha girato le spalle alla CIA ed è diventato sicario a pagamento insieme a una cricca di agenti corrotti che sembrano usciti da un manuale di comportamenti tossici. Da qui in poi il film diventa una caccia all’uomo di quelle che non ti fanno respirare.

McCall elimina uno per uno gli altri membri della squadra corrotta: Kovac muore infilzato con un arpione (sì, un arpione), Ari viene accoltellato mentre osserva le foto di Susan con un rimorso tardivo che non commuove nessuno, e Resnik salta letteralmente in aria in un panificio. Sì, hai letto bene: un panificio.

Con McCall che orchestra la cosa con una calma glaciale e un'intelligenza tattica da manuale della CIA. Il climax è la ciliegina sulla torta: tempesta furiosa, vento a 100 all’ora, una città costiera che sembra pronta a decollare.

York decide di rapire Miles - il ragazzo che McCall ha preso sotto la sua ala - per costringere il protagonista allo scontro finale. E lo scontro arriva, feroce come un tuono. Una torre, una tempesta e due uomini con un conto in sospeso.

York tenta di uccidere McCall, prova a scappare, prova a corromperlo… niente da fare. McCall lo sconfigge, lo lascia precipitare nelle onde inferocite e con quel gesto mette fine a tutto. Non è misericordia. È giustizia.

Dove è stato girato "The Equalizer 2"?

La magia visiva del film si deve a due città dal carattere opposto ma perfetto per la storia: Boston e Bruxelles.

Boston è la casa narrativa di McCall: strade vissute, quartieri popolari, caffè, mercati, palazzine in mattoni rossi. È una città viva, pulsante, che dà al film un’anima “di vicinato”, quasi domestica. Una realtà che McCall tenta disperatamente di proteggere, come fosse un custode invisibile.

Bruxelles, invece, è elegante e gelida come un thriller internazionale dovrebbe essere. Le riprese iniziali nella capitale belga - quelle che introducono l’indagine di Susan e il mistero che farà crollare tutto - regalano atmosfere europee, perfette per dare il via alla rete di inganni.

Aspetti tecnici e dettagli intriganti sul finale

Uno dei motivi per cui "The Equalizer 2" ha fatto centro sta nel lavoro magistrale del regista Antoine Fuqua, che ha cucito addosso a Denzel Washington un personaggio che sembra respirare con lui. Ogni movimento, ogni sguardo, ogni frase in silenzio ha il peso di una minaccia controllata.

Il finale, girato tra vento, pioggia e ambientazioni costiere che sembrano uscite da una tempesta di Shakespeare, è un manifesto visivo di caos, rabbia e redenzione.

La caduta di York nelle acque impazzite è simbolica: tutto il male ritorna da dove è venuto. McCall osserva, respira profondamente e capisce che il cerchio si è chiuso. Non c’è catarsi dichiarata, non c’è patetismo. Solo un uomo che ha fatto quello che doveva fare.

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