Riprenderanno a breve le ricerche del relitto del volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso dai radar oltre dieci anni fa mentre sorvolava il Mar Cinese Meridionale alla volta di Pechino. Lo ha annunciato il governo malaysiano, precisando che le operazioni avranno inizio il 30 dicembre. Si riaccendono così le speranze dei familiari dei 239 passeggeri, da anni in attesa di risposte sull'accaduto.
L'aereo, un Boeing 777-200, era partito dalla capitale malaysiana Kuala Lumpur poco dopo la mezzanotte dell'8 marzo 2014 (mentre in Italia era ancora il pomeriggio del 7 marzo) con a bordo 12 membri dell'equipaggio e 227 passeggeri provenienti da diversi Paesi.
Era diretto a Pechino, ma, dopo circa 42 minuti dal decollo - mentre attraversava il Mar Cinese Meridionale - scomparve, improvvisamente, dai radar. Si scoprì in seguito che aveva invertito rotta, attraversando la penisola malese e dirigendosi verso sud-est nell'Oceano Indiano.
Frammenti del relitto furono ritrovati nei mesi e negli anni successivi sulle coste di Madagascar, Reunion e altre isole vicine, confermando il sospetto che si fosse inabissato. Il punto esatto del naufragio, però, non è mai stato individuato con certezza, rendendo le ricerche estremamente complesse.
A oltre dieci anni dalla scomparsa, il governo malaysiano ha ora annunciato che a breve riprenderanno le operazioni: saranno affidate a Ocean Infinity, la società statunitense specializzata nell'esplorazione marina che aveva già partecipato alle spedizioni del 2018 e di inizio 2025.
Stando a quanto riportato dai quotidiani locali, la missione dovrebbe durare circa 55 giorni, concentrandosi su un'area di 15mila chilometri quadrati dell'Oceano Indiano meridionale, quella considerata con la più alta probabilità di contenere i resti dell'aereo.
L'accordo prevede la formula "no find, no fee", con un compenso di 70 milioni solo in caso di ritrovamento di parti consistenti del relitto. Un approccio che dovrebbe garantire una ricerca più mirata e tecnologicamente avanzata rispetto a quelle degli scorsi anni, che, nonostante gli sforzi, non hanno mai portato a risultati concreti.
La notizia riaccende le speranze dei familiari delle persone che erano a bordo del volo, da anni in attesa di verità e giustizia sull'accaduto. Ancora oggi, le cause restano infatti ignote. Anche se nel tempo sono state avanzate diverse teorie.
Alcune parlano di probabili attacchi terroristici, altre non escludono la possibilità che l'aereo sia stato abbattuto per errore con un razzo. Ma c'è anche chi ha ipotizzato che sia stato dirottato volontariamente dai piloti. Di certezze non ce ne sono.
In alto, il servizio realizzato dalla testata Euronews il 17 marzo 2014, pochi giorni dopo la misteriosa scomparsa del Boeing 777-200 con 239 persone a bordo. Da allora, poco è cambiato, ma il 30 dicembre inizieranno le nuove ricerche.
Ritrovare il relitto non significherebbe automaticamente risolvere il mistero. Si tratterebbe, tuttavia, di un passo fondamentale per dare almeno un po' di pace alle famiglie e chiudere uno dei capitoli più enigmatici della storia dell'aviazione civile contemporanea.
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