25 Dec, 2025 - 09:00

Meloni rilancia il presepe e sfida il politically correct sul Natale: “Valori che meritano di essere custoditi”

Meloni rilancia il presepe e sfida il politically correct sul Natale: “Valori che meritano di essere custoditi”

Presepe sullo sfondo e invito a non abbandonare le proprie radici culturali e religiose. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto di trasformare gli auguri di Natale 2025 in un una dichiarazione politica e identitaria.

Una scelta arrivata al culmine di settimane di polemiche sull'opportunità di ridimensionare i simboli cristiani (presepe, riferimenti alla nascita di Gesù) in nome dell'inclusività.

In una Italia sempre più multietnica e multiculturale, molti comuni e tante scuole hanno scelto – non senza finire nel mirino delle polemiche – di rendere più 'politically correct' la celebrazione del Natale.

Con il suo messaggio rivolto agli italiani, Giorgia Meloni ha voluto ribadire l'importanza della rappresentazione della Natività, elevandola a simbolo di radici, valori e orgoglio nazionale. 

​Il messaggio di Natale di Meloni: il presepe come simbolo di identità e valori 

Nel video diffuso sui social, la presidente del Consiglio compare in un contesto domestico, con alle spalle il presepe protagonista della scena, in un’immagine volutamente semplice e familiare.

Meloni rivolge “un augurio sincero a tutti gli italiani”, da chi festeggia in famiglia a chi lavora o vive un momento di difficoltà.​

Nel messaggio, il cuore del discorso è proprio il presepe, definito “il simbolo che più di tutti ci ricorda cosa sia il Santo Natale” e, soprattutto, “un simbolo che non impone nulla a nessuno: racconta una storia, custodisce valori, rende più profonde le radici”

La premier insiste sul legame tra identità e sicurezza: “Una nazione che conosce le proprie radici non ha paura del confronto né del futuro”, collegando il Natale a un’idea di comunità coesa anche di fronte alle crisi internazionali e ai conflitti che hanno segnato il 2025.​

Meloni esplicita il contenuto valoriale del presepe, che “parla di dignità, responsabilità, rispetto della vita, attenzione ai fragili", valori che “hanno plasmato la nostra comunità” e che, secondo la premier, “meritano di essere custoditi e non messi da parte per moda o timore”. 

Da qui l’appello finale: “Siate orgogliosi della vostra identità, del messaggio universale di amore e di pace che porta con sé”, con l’auspicio che il Natale porti “un po’ di luce, di calma e di forza”, senza dimenticare “chi ha bisogno di aiuto” e “chi siamo”.​

Natale e inclusività: le polemiche su scuole, presepi e simboli religiosi 

Il messaggio arriva dopo settimane di polemiche politiche sul Natale, tra recite modificate, presepi ridimensionati e simboli religiosi attenuati in diverse scuole e amministrazioni comunali per non “urtare” sensibilità di studenti e famiglie di altre fedi.

In alcuni casi, dirigenti scolastici hanno scelto canti “neutralizzati” o rappresentazioni senza riferimenti espliciti a Gesù, presentando queste decisioni come scelte di inclusione e rispetto in contesti sempre più multiculturali.​

Le reazioni del fronte conservatore sono state immediate: sindaci e amministratori di centrodestra hanno rivendicato l'esposizione dei presepi, accusando una certa interpretazione della laicità di trasformarsi in censura delle radici cristiane. ​

Questa dialettica ha polarizzato il dibattito tra chi vede nella rimozione dei simboli religiosi uno strumento di inclusione e chi la interpreta come un “processo di erosione delle radici culturali cristiane” in nome di un’idea di rispetto. 

Il video della premier si inserisce esattamente in questa faglia, trasformando il presepe in manifesto politico: non semplice tradizione, ma baluardo contro i tentativi di cancel culture del Natale cristiano.​

Il presepe come bandiera politica del centrodestra?

Nel panorama politico, il riferimento al presepe non è esclusivo di Meloni, ma è diventato negli ultimi anni un passaggio quasi obbligato del lessico natalizio del centrodestra.

Esponenti di Fratelli d’Italia e Lega, a livello nazionale e locale, hanno spesso trasformato la difesa del presepe in una bandiera identitaria, contrapponendola a scelte considerate espressione di una inclusione senza memoria.​

Consiglieri regionali e parlamentari hanno rilanciato sui social, parlando di idea distorta di inclusione, quando Gesù viene eliminato da canti o rappresentazioni scolastiche, e invitando a spiegare, non censurare le radici cristiane.​

Anche altri leader nazionali, pur con toni meno marcati, hanno richiamato nei loro auguri il tema delle tradizioni e delle radici, collegandolo alla necessità di coesione sociale in un contesto internazionale segnato da guerre e instabilità.

Nel 2025, dunque, il presepe torna a essere al centro della narrazione politica natalizia: per Meloni e una parte del centrodestra è il simbolo attraverso cui coniugare identità nazionale, valori cristiani e messaggio di pace, dentro una contesa culturale che difficilmente si esaurirà con le festività.

 

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