E' durata meno di 48 ore la tregua all'interno della maggioranza di Governo.
Archiviato il panettone e con la manovra che si appresta a percorrere l'ultimo quarto di miglio prima dell'approvazione, nel centrodestra si apre un nuovo fronte di scontro: il decreto armi Ucraina.
Lunedì il provvedimento – messo prudentemente in 'congelatore' a inizio dicembre – arriverà in Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva e tra gli alleati di governo sono riprese le fibrillazioni.
Sul tavolo il rinnovo della fornitura di armi a Kiev per tutto il 2026 che la Lega vorrebbe bloccare scontrandosi con Fratelli d'Italia e Forza Italia convinti della necessità di sostenere militarmente il governo ucraino.
Non è la prima volta che l'appoggio all'Ucraina diventa motivo di scontro all'interno del Governo, tuttavia, fino ad oggi la Lega – seppur di malavoglia – ha sempre votato i provvedimenti di sostegno a Kiev e in molti sono pronti a scommettere che lo farà anche questa volta.
Nelle ultime settimane tuttavia il contesto internazionale è fortemente cambiato e anche a livello nazionale i rapporti di forza tra gli alleati sono mutati.
Mentre alla Camera si sparano gli ultimi fuochi sulla manovra di bilancio 2026, nel governo si discute nuovamente del decreto Ucraina. La Lega – archiviata la battaglia pensioni – è ripartita all'attacco.Oggi è stato Matteo Salvini a suonare il primo squillo di tromba.
Ha affermato il vicepresidente del Consiglio, intervistato da Radio Libertà.
La posizione della Lega è chiara: se non ci saranno modifiche al decreto rispetto a quelli approvati negli anni precedenti, non lo voteranno.
Nei giorni scorsi sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario al Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano.
Sulla contrapposizione tra aiuti civili e militari, Mantovano intervistato dal Messaggero ha detto:
Ha negato che sia in corso una trattativa sui contenuti del decreto, invece, il ministro della Difesa Guido Crosetto che a margine della sua visita al contingente italiano in Bulgaria ha detto:
L'approvazione del decreto per il rinnovo degli aiuti militari e civili a Kiev si inserisce all'interno di un contesto internazionale e nazionale in cui gli equilibri sono fortemente mutati rispetto a dodici mesi fa.
A livello internazionale ci sono i negoziati di pace diretti dagli Usa da prendere in considerazione e che potrebbero portare ad un cessate il fuoco nel prossimo futuro.
La situazione è molto confusa e ad ogni passo in avanti, spesso corrispondono, due passi indietro, ma si tratta di un elemento da tenere comunque in considerazione se si parla di invio di armi.
E' il tasto su cui sta battendo da settimane la Lega per giustificare la sua contrarietà al rinnovo dell'invio di armi per tutto il 2026 al governo di Kiev ottenendo una qualche apertura anche da parte degli alleati.
Gli alleati, infatti, hanno accolto la proposta di incrementare gli aiuti per la popolazione, ma hanno comuque fatto capire che l'invio di armi non è in discussione.
Ad essere mutato, tuttavia, è anche il contesto nazionale. Lo scontro sulla manovra 2026 con lo strappo sulle pensioni ha sancito il cambio di passo del Carroccio.
“Quando diciamo no è no”, aveva dichiarato Claudio Borghi rendendo chiaro a tutti che gli equilibri all'interno della maggioranza erano destinati a cambiare.
Si stava così bene due giorni senza giornali... ????
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) December 27, 2025
Comunque in questo caso se "replicare la modalità pensioni" significa discutere e trovare una soluzione di ragionevole compromesso, per una volta possiamo dire che hanno scritto una cosa quasi giusta. pic.twitter.com/dNL9L7uJp3
E allora cosa succederà? E' improbabile che ci sia uno strappo evidente: a Palazzo Chigi i tecnici stanno lavorando alla versione definitiva del decreto per renderlo 'votabile' da tutti gli alleati.
Rileggendo le dichiarazioni rese dagli esponenti dei tre partiti di maggioranza appare probabile che nel testo finale si darà ampia enfasi agli aiuti alla popolazione civile, relegando a qualche riga il sostegno militare che non verrà 'pubblicizzato' ma neanche scomparirà.
Un po' come è accaduto con la stretta sulle pensioni nella Manovra 2026, la Lega ha detto no all'ampliamento delle finestre per il pensionamento anticipato, ma ha ceduto su altri provvedimenti che pur vanno ad inasprire le regole per l'uscita dal lavoro.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in fondo ha ribadito ad ogni occasione utile che il sostegno italiano all'Ucraina non è in discussione e che - come ha ricordato nel messaggio di auguri ai militari italiani impegnati all'estero – la pace si ottiene con la deterrenza e con eserciti forti.
Il decreto armi Ucraina è atteso lunedì 29 dicembre in Consiglio dei Ministri, ma la partita vera si giocherà nelle prossime 48 ore.
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