La manovra di Bilancio 2026 è approdata nell'aula della Camera per l'approvazione definitiva.
Puntuale alle 16,00 di oggi, domenica 28 dicembre 2025, il testo è arrivato sui banchi di Montecitorio, 'scortata' dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
Dopo il via libera della Commissione Bilancio nel primo pomeriggio, alle 19,00 il governo porrà la questione di fiducia.
Domani, lunedì 29 dicembre, nel primo pomeriggio ripartiranno i lavori dell'aula di Montecitorio con le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dalle 17.20 per poi iniziare la chiama dalle 19, al cui termine verrà avviato l'esame degli ordini del giorno con una preannunciata seduta notturna.
Martedì 30 dalle 9.30 riprenderanno i lavori, con le dichiarazioni di voto finali previste per le 11 e votazione finale entro le 13.
Il testo che sarà discusso a Montecitorio non ha subito alcuna modifica rispetto a quelle proposte dell'opposizione.
La commissione Bilancio in mattinata ha dichiarato inammissibili 158 emendamenti alla manovra su 942 complessivi depositati ieri dalle opposizioni.
Nel dettaglio, sono 23 quelli esclusi per materia trattata e 135 quelli per copertura. In totale gli emendamenti arrivati in Aula sono 790.
Il Pd ne ha presentati un'ottantina, a quanto si apprende. Oltre a queste proposte, si contano anche quelle - circa 16 - cofirmate con le altre forze di opposizione.
Il Movimento 5 stelle ne ha presentati un centinaio: di queste 16 sono cofirmate con le altre forze di opposizione.
L'iter di approvazione della manovra di bilancio 2026 è arrivato all'ultimo giro di boa. Ventidue miliardi in totale sul cui utilizzo maggioranza e opposizione si sono date battaglia fino all'ultimo.
Particolarmente tesa è stata la seduta odierna della Commissione Bilancio che ha licenziato il testo definitivo e votato il mandato per il relatore.
L'opposizione ha denunciato l'eccessiva contrazione dei tempi per il dibattito alla Camera, dove il testo è arrivato solo sabato 27 dicembre per essere approvato entro il 31 dicembre.
Una denuncia che il deputato del Pd Claudio Mancini ha pensato di esemplificare riproducendo, durante la seduta in commissione, un vecchio audio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui, ai tempi in cui era all'opposizione, denunciava l'esame di fatto monocamerale dell'allora ddl, una contingenza riscontrata oggi dalla stessa opposizione.
Mancini è immediatamente stato invitato dal presidente della commissione Giuseppe Mangialavori di FI a 'silenziare' il device.
E' quanto ha detto,invece, la capogruppo del Pd a Montecitorio, Chiara Braga, a margine dei lavori della commissione Bilancio.
Il dibattito sulla manovra, infatti, si è svolto compiutamente solo in Senato, dove è stata approvata in prima lettura lo scorso 23 dicembre.
La necessità di approvare il decreto finanziario entro il 31 dicembre per evitare l'esercizio provvisorio rende praticamente impossibile sviluppare un dibattito analogo anche alla Camera, dove la manovra non potrà che essere approvata senza modifiche sostanziali.
Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere, ma è da diversi anni che la Legge di Bilancio viene di fatto discussa e modificata solo da una camera, quella a cui è assegnata la prima lettura, mentre alla seconda non resta che approvare il lavoro fatto dai colleghi.
Per la legge dell'alternanza tra le camere quest'anno il testo è arrivato prima al Senato.
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