07 Apr, 2022 - 05:40

Concorso docenti, record di bocciati: quiz nel mirino

Concorso docenti, record di bocciati: quiz nel mirino
Sì, la scuola è tutta un quiz. E parliamo sia delle sorti dei docenti precari, a volte giovani a volte meno, che periodicamente si sottopongono al concorso sia, in questo specifico caso, della prova in sé.

Concorso docenti, il 90% bocciato agli scritti

Questi sono infatti i giorni del Concorso ordinario per diventare insegnanti di scuole medie e superiori, indetto nel 2020 e rinviato causa covid. 500 mila candidati per 30 mila posti.La prova scritta in particolare, in svolgimento fino al 13 aprile, si compone di 50 domande su contenuti disciplinari, competenze informatiche e linguistiche. Risposta multipla, quattro opzioni di cui solo una quella corretta, da svolgere in massimo 100 minuti.Ma finora nove candidati su dieci non ce l’hanno fatta. E la colpa, secondo esaminandi, sindacati e Codacons è di quesiti trabocchetto, ostici, ingannevoli, in alcuni casi addirittura errati, per nulla idonei a testare le effettive capacità né attinenti al lavoro che gli stessi saranno chiamati a svolgere come insegnanti.Diventato famoso l’errore sull’art. 34 della Costituzione che si son ritrovati i candidati per i posti di sostegno.Secondo il Ministero la risposta corretta sarebbe stata "la libertà di insegnamento", affermazione che ha suscitato pesanti polemiche sulla sua correttezza. Secondo i candidati, invece, l’articolo 34 riguarda l’obbligatorietà della scuola e la sua gratuità, nonché la valorizzazione dei capaci e meritevoli. Sarebbe invece l’articolo 33 a descrivere la libertà dell’insegnamento. Quindi, secondo i docenti, nelle opzioni di risposta elencate non sarebbe presente alcuna risposta corretta.Ma questo sarebbe solo la punta dell’iceberg. Certo è che la prova è finita nella bufera dei social e nelle beghe politiche. Ora la parola passa al Tar del Lazio. Chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dall’associazione dei consumatori in favore dei docenti che non hanno superato la prova scritta.Da questa storia emergono due singolari paradossi. Il primo è che i docenti, ai quali si chiede di valutare i propri studenti in base alle competenze, sono invece scremati in base alle conoscenze. Come imbuti ops, vasi da riempire. Il secondo paradosso è che molti bocciati ritornano comunque in cattedra, seppur come supplenti, a svolgere con professionalità e passione il proprio lavoro e a sorreggere le barcollanti colonne della scuola pubblica italiana.Leggi anche: Scuola, ripartono le gite
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Aurora Vena
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