Sembra ormai ad un passo la crisi di governo, con Mario Draghi che ha lasciato l'aula durante l'apertura delle votazioni in Senato sulla nuova fiducia per fare rientro a Palazzo Chigi. Il governo alla fine ha ottenuto la fiducia, ma con numeri non decisivi: presenti 192, votanti 133, maggioranza 67, favorevoli 95, contrari 38, astenuti 0. "Presente e non votante" è stata la formula scelta da Forza Italia, Lega e M5S. La capogruppo del Movimento cinquestelle al Senato, Mariolina Castellone, aveva annunciato a stretto giro la decisione di agire in questa maniera:
Togliamo il disturbo, non prenderemo parte al voto, ma ci saremo sempre quando si tratterà di votare provvedimenti utili. Abbiamo letto gli appelli affinché il governo vada avanti e ci meraviglia che questo governo in un momento così drammatico abbia messo in discussione l'andare avanti.
Cosa potrebbe succedere nelle prossime ore
A questo punto, Mario Draghi - appresi i risultati di giornata - dovrebbe salire domani in Quirinale per definire le proprie dimissioni, annunciate peraltro solo una settimana fa. Mattarella dovrebbe quindi dare corso alla crisi e domani potrebbe incontrare i presidenti delle Camere, i quali devono essere ascoltati formalmente, prima di passare allo scioglimento delle Camere stesse. Il prossimo step politico, prevederebbe - poi - elezioni anticipate per definire un nuovo governo: sarebbero due le date potenziali, ossia 25 settembre o 2 ottobre.
Crisi governo, le reazioni del mondo politico
Non sono mancate le prime reazioni del mondo politico su quanto successo nella giornata di oggi, a partire dalle parole di Enrico Letta - leader del PD. In un tweet, Letta ha parlato inevitabilmente di corsa alle urne:
In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il #governoDraghi. Gli italiani dimostreranno nelle #urne di essere più saggi dei loro rappresentanti.
Dura, Mariastella Gelmini, che tramite una nota ha criticato la decisione di FI nel defilarsi dal voto di fiducia:
Ho ascoltato gli interventi in aula della Lega e di Forza Italia apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo. In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell'Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini. Se i danni prodotti al paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati, mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati. Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito
Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, amaro:
24 luglio. Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all'Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese.
Critiche anche da parte di +Europa per voce di Emma Bonino, il segretario Benedetto Della Vedova, e il presidente Riccardo Magi. Questa la nota di partito:
Populisti e sovranisti, Lega e M5S, hanno tolto la fiducia a Mario Draghi e precipitano l'Italia al voto anticipato. Salvini e Conte irresponsabilmente si sono incaricati di sfiduciare Mario Draghi, mettendo fine ad una leadership esercitata con rigore ed equilibrio, in Italia e in Europa nell'interesse degli italiani. Un governo europeista, atlantista, che ha sostenuto il diritto dell'Ucraina a difendersi dall'invasione di Putin, che questa sera troverà un motivo seppur illusorio di soddisfazione. Lega e M5S, insieme a Forza Italia, non a caso sono le forze storicamente più vicine al regime di Mosca. A pagare i costi saranno cittadini e imprese, increduli di fronte a questa scelta autolesionista per il paese.
Felicità in casa Fratelli d'Italia che si è affrettata nel commentare i risultati di giornata, tramite le parole di senatore e coordinatore veneto del partito Luca De Carlo:
Da una parte c'è una maggioranza ormai sfilacciata e inesistente che è stata presa a schiaffoni dal suo stesso premier; dall'altra, un Presidente del Consiglio che è venuto in aula convinto di ottenere i pieni poteri e ne è uscito invece solo da leader del Pd. La situazione è ormai implosa e la strada segnata: acceleriamo e andiamo al più presto al voto per dare a questa nazione un governo forte e compatto, in grado di rispondere realmente alle esigenze dei cittadini senza perdere tempo in giochi di palazzo.
Così, invece, Matteo Renzi:
Come ho detto al Senato da domani nulla sarà più come prima. Ma oggi c’è da dire solo grazie a Mario Draghi. Orgogliosi di averlo voluto contro tutto e contro tutti. Orgogliosi di averlo sostenuto anche oggi.
Quindi, la leader di FdI, Giorgia Meloni, parlando a 'Piazza Italia' a Roma:
Dopo un anno si è visto chi capisce le dinamiche della nostra democrazia. Questo Parlamento, a guida 5 stelle, finché non lo cambi non risolve i problemi. Ci sono stati tre governi, tre maggioranze diverse: ce n'é uno che ha funzionato? No. La storia ci ha dato ragione. Questa legislatura è finita. Si può andare al voto anche tra due mesi. Fratelli d'Italia è pronta. Il centrodestra è pronto.
All'interno della Lega, invece, c'è particolare movimento per capire le prossime mosse politiche: secondo fonti vicine al Carroccio, Matteo Salvini avrebbe convocato una riunione in questi minuti con tutti i parlamentari della Lega alla Camera.