Startup e programmi elettorali, ecco cosa propongono i principali schieramenti politici.
Le elezioni politiche sono ormai alle porte e la campagna elettorale è in pieno svolgimento.
Tra i tanti temi trattati nei programmi elettorali, emerge quello relativo alle startup.
Le proposte che hanno come obiettivo la spinta all’imprenditoria innovativa sono molto diverse tra loro.
Gli schieramenti politici di questa nuova tornata elettorale hanno, infatti, assunto posizioni differenti nei confronti del digitale e dell’innovazione in molti settori, tra cui appunto, quello dell’imprenditoria.
Startup e programmi elettorali, incentivi fiscali e nuove iniziative
Le proposte formulate dai partiti politici in tema di startup, prevedono nuovi incentivi, ricerca e molte altre iniziative.
Più nel dettaglio:
Il programma del centrodestra è diviso in 15 grandi temi. L’ultimo punto è dedicato a ‘giovani, sport e sociale’ e ha come fine quello di dare Supporto all’imprenditoria giovanile, incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale.
Il Partito Democratico, invece, nel programma elettorale, prevede un capitolo dedicato a ‘sviluppo sostenibile e transizione ecologica e digitale’, in cui si afferma:
Vogliamo rafforzare il grande potenziale delle nostre imprese, dei piccoli imprenditori, delle start-up innovative, del mondo degli artigiani e dei professionisti, attraverso misure di sostegno e di semplificazione, favorendo la transizione 4.0 in uno scenario che coniughi innovazione, concorrenza e sostenibilità. Vogliamo investire nella ricerca e nell’innovazione per superare le inefficienze e i problemi strutturali di bassa produttività del ‘Sistema Italia’. Vogliamo intervenire sulla riduzione dei costi energetici di famiglie e imprese attraverso proposte concrete, capaci di dare una spinta decisa alle fonti pulite e rinnovabili.
Nella seconda parte il programma prosegue con una proposta di ordine fiscale che afferma quanto segue:
Nel nostro programma è presente un pacchetto di interventi per rafforzare la ricerca e il rapporto tra ricerca, innovazioni e imprese, nonché l’accesso alla conoscenza come bene pubblico. La modulazione degli incentivi fiscali rappresenta un importante grimaldello da utilizzare per sospingere, gentilmente, cittadini e imprese verso l’innovazione e la sostenibilità. Dal lato fiscale, sosteniamo le attività di artigiani, piccole e imprese e professionisti e proponiamo un pacchetto di ulteriori misure che mettiamo in campo per contrastare i maggiori costi derivanti dalla spinta inflattiva. Per esempio: un’opzione di autoliquidazione mensile delle imposte per le partite IVA, gli autonomi e i liberi professionisti in alternativa al sistema saldo-acconto e l’estensione della detrazione IRPEF del 50% a tutte le tipologie di start-up per le persone fisiche, under 35. Proponiamo anche la proroga del contratto di espansione, per aiutare la riorganizzazione delle imprese in crisi con oltre 50 dipendenti.
Continuando a leggere il documento, poco dopo, viene ulteriormente sottolineata la proposta fiscale per le startup:
Vogliamo estendere la detrazione IRPEF del 50% oggi prevista per le start up innovative a tutte le tipologie di start-up avviate da giovani under 35.
Il centrosinistra, affronta la questione relativa alle startup, nel capitolo intitolato ‘conoscere è potere: scuola, cultura, socializzazione’.
Il centrosinistra propone la creazione di un fondo nazionale che miri a finanziare giovani giornalisti e startup dell’informazione digitale, più dettagliatamente, si tratta di un:
Piano nazionale per la promozione della lettura favorendo virtuose sinergie tra reti di scuole, biblioteche, archivi e luoghi della cultura; rafforzamento dell’investimento sul Centro per il libro e la lettura e sulla Capitale italiana del libro. Proponiamo di creare un Fondo nazionale per il pluralismo, l’informazione di qualità e il contrasto alla disinformazione, da finanziarsi tramite un prelievo sui ricavi da pubblicità online per le grandi piattaforme digitali. Il Fondo finanzierà i giovani giornalisti e le start up dell’informazione digitale, mentre per le industrie culturali e creative proponiamo incentivi fiscali, forme di agevolazioni nell’accesso al credito e promozione di strumenti innovativi di finanziamento; piano di investimenti per lo sviluppo del settore.
Molto più sintetica è la proposta del Movimento 5 Stelle, che parla in modo molto generico di incentivi all’imprenditoria giovanile e sburocratizzazione delle startup e della necessità di investire nell’ecosistema dell’innovazione italiano rivolgendosi sommariamente a, startup e imprese innovative, scuola, università, centri di ricerca, talenti e professionisti, investitori.
Infine, il programma di Azione e Italia Viva affronta il tema dell’incentivazione dell’imprenditorialità giovanile da un altro punto di vista, affermando:
L’imprenditoria giovanile, misurata in termini di imprese fondate da under 35, in Italia è calata del 10% tra il 2017 ed il 2021. Un dato drammatico dovuto spesso alla difficoltà di accesso al capitale e alla complessità della burocrazia. È necessario presentare uno specifico progetto per l’imprenditorialità giovanile: forme di accompagnamento all’imprenditorialità, mediante servizi di incubazione, consulenza, mentoring e coaching per i giovani, e acceleratori per integrare l’offerta finanziaria con nuovi strumenti a sostegno dell’innovazione organizzativa e dello sviluppo del capitale umano. Per finanziare questo progetto proponiamo di usare parte dei 200 milioni di euro di fondi del PNRR dedicati al rilancio dei Centri per l’Impiego (CPI) non ancora allocati così da introdurre nei CPI un servizio di ‘assistenza all’autoimpiego e all’imprenditoria giovanile’ per i giovani under 35 che desiderano avviare un’impresa. Infatti, in molte zone, specie quelle rurali, i CPI costituiscono forse l’unica struttura che possa fungere da supporto all’imprenditorialità giovanile. I CPI dovranno così assistere le start-up fornendo consulenza legale e normativa, sostegno per le richieste di fondi pubblici e la partecipazione a gare, ricerca di personale.
Il programma, inoltre, contiene anche un capitoletto intitolato proprio ‘startup’ che recita:
L’Italia è uno dei Paesi con il maggior potenziale di crescita nella creazione di nuove imprese (cd. startup) e nell’attrazione di investimenti privati in fondi di venture capital ed investimenti diretti in startup. Proponiamo di eliminare del tutto la tassazione del capital gain sugli investimenti in startup e venture capital e di aumentare l’incentivo fiscale per coloro che investono, per attrarre quota maggiore di investimento di fondi pensione ed enti assicurativi nell’economia reale. Riteniamo inoltre necessario innalzare l’aliquota del credito d’imposta per le imprese che effettuano investimenti in innovazione al 50%, ripristinando la versione del Governo Renzi, prevedendo una maggiorazione se sono coinvolti centri di ricerca universitari, altre startup o PMI innovative.
Continuando con l’analisi del programma, in un ulteriore capitoletto che si intitola ‘startup e giovani’ si legge:
Intendiamo favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro culturale attraverso una politica di detrazioni fiscali per gli under 40 che puntano a creare nuove realtà imprenditoriali nel comparto. Generare un sistema che tuteli il lavoro delle nuove leve, favorendone le idee, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica.
Considerazioni generali
L’idea più diffusa al fine di incentivare la creazione di startup innovative rimane, tutto sommato, quella di agire tramite leve fiscali.
Attraverso gli incentivi, infatti, si riuscirebbe a sollecitare lo sviluppo di nuove startup.
Tutti i programmi elettorali, sono più o meno dettagliati, ma solo una volta che si avranno i risultati delle elezioni, si potrà vedere con maggior chiarezza quali saranno le misure adottate concretamente.
Tuttavia, già in fase di campagna elettorale, è molto positivo che venga sostenuta l’idea dell’imprenditorialità giovanile e che si cerchi di fare il possibile per semplificarne lo sviluppo.
Viene, infatti, considerato favorevolmente, il fatto che le startup vengano tenute in considerazione nei programmi elettorali, come parte integrante delle varie strategie politiche.