Si è concluso il lavoro d'indagine del Ministero della Salute sui lotti di wurstel affetti dal batterio Listeria monocytogenes, che hanno causato tre vittime di listeriosi alimentare e 60 ricoveri ospedalieri dallo scorso .
Terminato lo studio originario il Ministero fa inoltre sapere di essere al lavoro per avviare nuove indagini sulla listeriosi alimentare, analizzando anche altri tipi di prodotti potenzialmente a rischio. Ma cos'è la listeriosi? Come si trasmette? L'Istituto Superiore di Sanità descrive così il batterio nella sezione dedicata:
Secondo gli studiosi è molto difficile prevenire alla radice l'infiltrazione batterica per due motivi: la presenza diffusa nel batterio stesso nell'ambiente e la possibilità di contaminazione del cibo lungo tutta la filiera produttiva, anche grazie al suo alto grado di adattabilità alla temperatura.
Per quanto riguarda le tipologie alimentari più a rischio, l'Iss fa una lunga lista: pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro, cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato.
Passiamo ora a capire i sintomi della listeriosi: come accaduto di recente con il covid-19, anche questa patologia sviluppa una forma asintomatica mentre nei casi più gravi il quadro clinico induce gastroenterite acuta febbrile e ingestione invasiva o sistemica. Nel caso di donne in gravidanza i sintomi sono molto simili a quelli dell'influenza, mentre sono i fragili a patire le sofferenze maggiori: meningiti, encefaliti, gravi setticemie.
Prendendo sempre come termine di paragone il covid-19, anche per il batterio listeria la prevenzione è fondamentale e passa dalle semplici regole dell'igiene: risciacquare accuratamente gli alimenti crudi, come frutta e verdura, sotto l’acqua corrente prima di mangiarli, tagliarli o cuocerli; pulire alimenti come meloni e cetrioli con una spazzola pulita; asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta. Regole di buona condotta che si applicano anche alla pulizia di frigoriferi e freezer.
La cura più diffusa è quella antibiotica: di norma il batterio viene sconfitto in un periodo compreso tra le tre settimane e, nei casi più gravi, i 70 giorni.
L'indicazione è quella di non lasciarsi prendere dal panico, ma di seguire le indicazioni dei medici e tenere alta la soglia dell'attenzione.