L'opposizione litiga anche sulla pace. Giornata piena di appuntamenti quella di domani. Prima seduta alle Camere della XIX legislatura in mattinata, manifestazione di piazza nel pomeriggio.
Si parte alle 17.30 da via Nomentana per l’iniziativa organizzata dal Partito Democratico davanti all’ambasciata iraniana a Roma contro il regime di Teheran. Il presidio era stato annunciato dal segretario Enrico Letta già durante la direzione nazionale della scorsa settimana. A un mese esatto dal giorno del primo arresto in Iran, cui ha seguito la morte di Masha Amini e l’esplosione delle proteste, i dem scendono in piazza in difesa dei diritti delle donne perché, sottolineava Letta, su di essi il nostro Paese non può fare passi indietro e serve una denuncia, anche politica".
Alle 18.30 poi, a pochi chilometri di distanza, il sit-in davanti all’ambasciata russa e anche qui ci sarà il Pd. Contro l’aggressione di Putin, in solidarietà con il popolo ucraino", ha scritto su Twitter Lia Quartapelle, responsabile esteri e deputata Dem, confermando l'adesione alla mobilitazione annunciata da Marco Bentivogli. Vista come la risposta alla grande manifestazione del prossimo 5 novembre, che ha come riferimento politico il Movimento 5 Stelle. Iniziativa voluta fortemente dal presidente Giuseppe Conte che prosegue così il percorso alla ricerca della conquista dell’elettorato di sinistra.
La manifestazione per la pace del M5s è per la resa dell’Ucraina e noi non parteciperemo ma opporremo una manifestazione per ribadire il supporto all’Ucraina. Abbiamo invitato Pd ed +Europa, ma non sono pervenuti così come per le bollette. Devono decidere cosa sono, dichiarata il leader di Azione e nuovo senatore della Repubblica Carlo Calenda entrando a Palazzo Madama.
Tutti in piazza per la pace, insomma. Ma separati. E se questo è il preludio di quello che accadrà tra gli scranni dell’opposizione, la premier in pectore Giorgia Meloni e la sua squadra di governo avranno la strada priva di ostacoli, o quasi.