Il tumore alla mammella rappresenta il cancro più frequente tra le donne. Può colpire anche donne in giovane età, ma l’incidenza aumenta con il passare degli anni e la maggioranza dei casi viene diagnosticata nelle pazienti dai 50 in su.
La sopravvivenza al tumore al seno, anche a lungo termine, è tra le più elevate in ambito oncologico: a 5 anni dalla diagnosi, essa si attesta quasi al 90% grazie al miglioramento delle tecniche diagnostico-terapeutiche e all’attenzione sempre più alta verso la prevenzione e le sue attività.
Si ripete anche quest'anno l'iniziativa delle Asl di Roma che avvia la campagna di sensibilizzazione, prevenzione ed educazione sanitaria con la campagna La lotta contro il tumore al seno non si ferma.
Apre dunque una finestra per tutto il mese di ottobre, (da qui Ottobre rosa) a tutte le donne di età tra i 45 anni e i 49 anni. A loro sarà eseguita, qualora lo volessero e dietro prenotazione una mammografia gratuita.
Ci sono però degli orari stabiliti entro i quali bisogna chiamare per prenotare l’esame. Fino a esaurimento delle disponibilità si può contattare il numero: 06 164.161.840 dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 e il sabato dalle 7.30 alle 13.00.
Al momento della prenotazione è necessario essere munite di richiesta medica con il codice esenzione D01 – Campagna di Screening regionale.
Per avere però maggiori dettagli, consultare il Medico di Medicina Generale oppure il sito Salute Lazio.
Per accedere agli screening oncologici gratuiti, i cittadini possono sempre prenotare online sulla piattaforma regionale Screening oncologici-Prenota smart
Per informazioni sugli screening oncologici offerti dalla ASL Roma 1, contattare il Centro Screening:
In occasione dell’iniziativa Ottobre Rosa, il palazzo della Regione Lazio sarà illuminato di rosa per puntare i riflettori sull’importanza della prevenzione.
Come anticipato, quella del 2022 non è la prima campagna di questo tipo portata avanti dalla regione Lazio: "Lo scorso anno grazie alla campagna Ottobre Rosa (da ottobre a dicembre 2021) nella fascia di età 45-74 anni sono state effettuate 24.928 mammografie bilaterali che hanno permesso di individuare 128 tumori maligni.
Sono risultati importanti che testimoniano il grande lavoro svolto e l’importanza della prevenzione ha aggiunto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
La prevenzione conosce due fasi: la prima quella del tutto personale che appartiene allo stile di vita adottato, la seconda quella degli esami specifici. Nella prima prevenzione bisogna stare attenti ad evitare quelli che sarebbero i fattori di rischio maggiori che possono comportare lo sviluppo del male:
La prevenzione secondaria è rappresentata dalla diagnosi precoce tramite esami che, com’è dimostrato scientificamente, può ridurre la mortalità per tumore alla mammella.
La mammografia è lo strumento di prevenzione secondaria più adeguato nelle donne, essa può e deve essere associata all’ecografia. Per tenere la situazione sotto controllo e perché no anche per essere più tranquille, per le donne è consigliabile iniziare a sottoporsi a controlli periodici, con la cadenza suggerita dallo specialista in base alla tipologia del seno e alla storia familiare.
La mammografia è fondamentale per la prevenzione del tumore della mammella poiché è in grado di individuare anche lesioni di piccole dimensioni. Si tratta di un esame radiografico non invasivo che consente di visualizzare precocemente la presenza di noduli non ancora palpabili, che possono essere dovuti alla presenza di un tumore
La differenza tra ecografia mammaria e mammografia sta nelle modalità di indagine: mentre l’ecografia sfrutta, per l’elaborazione delle immagini diagnostiche, le onde sonore (ultrasuoni a bassa frequenza e ad alta densità), la mammografia impiega i raggi x, ed è dunque come abbiamo detto l’esame radiografico più efficace nell’individuazione di lesioni tumorali, anche millimetriche, che l’ecografia spesso non riesce a mettere a fuoco.
Solitamente, le forme iniziali di tumore al seno non provocano alcun dolore, come invece succede durante il ciclo mestruale a causa delle variazioni ormonali. Sebbene però la malattia non dia luogo a sintomi specifici, ogni donna dovrebbe conoscere bene le proprie mammelle per essere in grado di riconoscere eventuali cambiamenti, soprattutto se esiste familiarità. Circa il 5-7% delle donne con tumore al seno, infatti, ha più di un familiare stretto malato. Di seguito, i principali campanelli d’allarme da riferire al proprio medico, qualora si verificassero: