Non si placa la scia di reazioni e di polemiche dietro gli audio di Silvio Berlusconi, il quale si è difeso personalmente in un'intervista pubblicata questa mattina sul Corriere della Sera.
Intanto, all'interno di Forza Italia si lavora a capire chi siano i franchi tiratori che hanno registrato la conversazione prima di darla in pasto alla stampa. Ulteriore dimostrazione della presenza di più correnti all'interno degli Azzurri.
Le critiche e i commenti all'audio di Berlusconi su Putin e sull'Ucraina arrivano soprattutto dall'opposizione, a cominciare dal Partito Democratico. In un'altra intervista, il deputato dem Piero Fassino sottolinea il vero problema dietro quelle dichiarazioni:
Per l'ex sindaco di Torino il Cavaliere è andato "oltre ogni limite accettabile" e le sue parole "gettano un’ombra sull’affidabilità del nostro Paese" in un momento caldo del conflitto.
Anche Francesco Boccia ha rimarcato questo aspetto, evidenziando il passaggio in cui Berlusconi definisce la guerra "operazione speciale", secondo la prospettiva promossa da Putin.
Dal fronte di +Europa Riccardo Magi definisce "inquietante" essere a conoscenza del fatto che il futuro ministro degli Esteri (si parla con insistenza di Antonio Tajani) sarà espressione di quel partito. Mentre gli ex membri del defunto Pdl, Cicchitto e Napoli, sostengono che dietro tutto sia stato architettato per minare la credibilità del futuro governo Meloni: una sorta di ripicca per le presidenze delle Camere.
Sul profilo di Tajani, che potrebbe essere implicato come obiettivo principale di questo terremoto politico, garantisce il capo dei Moderati, Maurizio Lupi. Il leader italiano del Ppe "non può essere messo in discussione da nessuno".
Ma sul versante europeo la vicenda non è passata sotto silenzio. I Socialisti e Democratici si scagliano contro il leader dei Popolari Manfred Weber, parlando di "storia d'amore" tra Berlusconi e Putin. E le tensioni sono forti anche dentro lo stesso Partito Popolare Europeo: l'estone Riho Terras ha consigliato al Cavaliere di prendere seriamente in considerazione l'ipotesi della pensione.
Fiducia che viene garantita dal vicepresidente Ppe, lo spagnolo Rangel, pur etichettando come "tristi" le parole di Berlusconi e confinandole a "opinioni personali".