La situazione sulla Ocean Viking sta diventando esplosiva. La nave si trova, ormai da 20 giorni, fuori dalle acque territoriali ed in attesa di ottenere il placet per l'approdo in un porto sicuro. Il Ministero Matteo Piantedosi, sulla vicenda, conferma la sua irremovibile posizione: "Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare. Ci facciamo carico di ciò che presentano problemi di ordine assistenziale e umanitario, senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera. Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera. Noi saremo fermi su questo principio senza venire meno a obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro. Ci sono persone malate e minori, accerteremo queste condizioni di cui ci facciamo carico a prescindere dalle regole internazionali, poi la nave dovrebbe lasciare le acque nazionali. Ma la situazione è da vedere ora per ora".
Intanto però, i 230 naufraghi che si trovano a bordo della nave continuano a vivere in un angosciante limbo. È questa l'estrema sintesi della comunicazione della Ong Sos Mediterranee che conferma come la situazione sia diventata esplosiva. Tanto che, riferiscono, alcune persone starebbero minanciando di tuffarsi in mare. La comunicazione:
L'equipaggio della Ong mette fretta e spiega come la sensazione che incidenti gravi possano verificarsi, a stretto giro, si fa sempre più palpabile. Le parole:
Parole che arrivano in seno ad una giornata già abbastanza agitata sul fronte migratario. A Catania, infatti, è stato autorizzato lo ‘sbarco selettivo’ a Catania di donne, bambini e adulti in condizioni di salute non buone, mentre altri 35 migranti salvati in mare sono stati fatti rimanere a bordo della nave Humanity. Cosa che ha suscitato le feroci critiche di parte dell'opposizione.
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