L’Italia è una popolazione sempre più vecchia. Al 31 dicembre 2021, si contano 59.030.133 residenti, in calo dello 0,3% rispetto al 2020 (-206.080 individui). Lo rileva l'Istat nella terza edizione del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni, svolto nell’autunno 2021. Ad influenzare questo fenomeno è stata la pandemia da Covid 19.
L'età media della popolazione italiana è passata passa da 43 a 46 anni. La Campania è la regione più mentre quella più anziana è la Liguria. Le nascita registrate nel 2021 sono state appena 400.249, in diminuzione dell'1,1% rispetto al 2020 e quasi del 31% nel confronto con il 2008. A causare questa netta diminuzione di nascituri è stata la pandemia da Covid 19.
Il numero di stranieri censiti nel 2021 è in calo rispetto al 2020 (-141.178). La popolazione straniera tuttavia è più giovane e rallenta l'invecchiamento della popolazione residente in Italia. L’età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Si sta riducendo però il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita (quota pari al 21,3% nel 2001).
Secondo i dati dell'Istat inoltre, nel 2021 si conferma la leggera prevalenza delle donne che rappresentano il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di 1,4 milioni di unità.
Il 36,3% della popolazione iIalia è in possesso del diploma (oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2011). A livello territoriale i laureati sono il 17,2% al Centro, il 15,3% al Nord-ovest, il 14,9% al Nord-est, il 13,8% nel Meridione e il 13% nelle Isole.
Le quote più elevate di titoli di studio bassi si rilevano invece al Sud. Con il 19,1% il Lazio è la regione con l’incidenza più elevata di laureati e di dottori di ricerca (0,8%) a cui si contrappone la Puglia (12,9% e 0,3%), al pari di Valle D’Aosta, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Negli ultimi 10 anni, tra il 2011 e il 2021 si dimezzano gli analfabeti (dall’1,1% allo 0,5%), diminuiscono le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e aumentano laureati (dall’11,2% al 15,0%) e dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).
Sono più di 356mila le persone che vivono stabilmente in case di riposo, Residenze Sanitarie Assistenziali, strutture di accoglienza per immigrati, istituti religiosi. Di queste, quasi una su tre è iscritta in anagrafe presso una struttura per anziani.
Le persone senzatetto e senza fissa dimora ammontano a poco più di 96mila, di cui il 38% è di nazionalità straniera e il 62% italiana.