L’inflazione in Italia è stabile. Secondo gli ultimi dati Istat, a subire i maggiori rincari nell’ultimo periodo sono il settore alimentare ed energetico. Il Codacons intanto lancia l'allarme: "Gli italiani a Natale spenderanno meno e questo avrà un impatto negativo sull'economia nazionale".
L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell'11,8% su base annua, stabile rispetto al mese di ottobre.
L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,3% a +5,6%; quella al netto dei soli beni energetici sale da +5,9% a +6,1%. L'inflazione acquisita per il 2022 è confermata pari +8,1% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo. Limate inoltre le stime sui beni del cosiddetto "carrello della spesa" dal 12,8% al 12,7%. Anche i prezzi del carrello della spesa accelerano ma di poco.
Secondo il Codacons, questo natale le famiglie dovranno stringere la cinghia Il presidente dell’Associazione, Carlo Rienzi parla infatti di "una vera e propria mazzata" che si ripercuoterà anche sulle spese degli italiani legate alle festività di fine anno. Gli italiani, secondo le stime, risparmieranno su regali, viaggi, ristorazione, casa, ecc. Ovvimanete, questo fenomeno causerà un danno al commercio e all’economia nazionale.
Il Codacons sottolinea poi il profondo gap dell’inflazione a livello territoriale: la regione dove i prezzi crescono di più è la Sicilia, che a novembre registra un tasso del +14,3%, equivalente a una maggiore spesa per famiglia residente pari a +3.462 euro su base annua. La regione con la crescita dei listini al dettaglio più contenuta è la Valle d’Aosta (+8,7%) con un aggravio di circa +2.929 euro annui a famiglia residente.