Qatargate, il segretario Pd Enrico Letta è un fiume in piena nel commentare lo scandalo di corruzione che ha colpito il Parlamento Europeo con protagonisti anche europarlamentari italiani di sinistra.
In maniera molto pesante, l'ex premier definisce "sporcizia" l'accaduto, da cui c'è bisogno di ripulirsi "perché il nostro partito è fatto di gente per bene". Poi, ha calcato la mano sottolineando che il partito si dichiarerà parte lesa in un eventuale processo che si terrà se la Commissione Ue approverà la creazione di una commissione d'inchiesta sullo scandalo. Agli elettori del Nazareno, Letta promette massima inflessibilità: "chi ha commesso simili porcherie sarà chiamato a pagarne il conto".
Il Qatargate è stato tuttavia argomento di contorno rispetto all'intero discorso di Letta, poiché oggi era la giornata di "protesta" in Piazza Santi Apostoli, a Roma, organizzata dal Pd per dissentire dall'operato del governo Meloni.
La kermesse si è aperta con la presentazione dei tre candidati alla segreteria: Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli. Tuttavia, è inevitabile che si attendessero le parole del leader uscente, in una manifestazione che profuma di passaggio di consegne. "Un'opposizione sulle cose concrete", così l'ha definita Letta, "affinché il governo prenda in considerazione le nostre idee come Opzione donna, il caro energia e il salario minimo, che riguardano direttamente la vita delle persone".
Poi si combatterà "per avere una legge di bilancio - e dunque una Manovra - che sia meno iniqua e inadeguata, perché i tagli avvallati dal governo sulla sanità pubblica e sulla scuola non siano resi tali". Al sit-in hanno partecipato anche Alessio D'Amato e Pierfrancesco Majorino, i candidati Dem alle regionali di Lazio e Lombardia, espressione però di strategie diverse: da un lato il campo largo, dall'altro la corsa in solitaria. Di loro Letta ha parlato di "persone straordinarie a cui faremo di tutto per passare il testimone del partito nel prossimo quinquennio".