197 sì e 129 no: così all'alba la Camera ha dato il via libera alla Manovra con il testo che deve essere approvato entro il 31 dicembre anche al Senato per non andare incontro all'esercizio provvisorio. Nella serata di ieri il governo aveva incassato la fiducia con 221 voti favorevoli e 152 contrari, mentre con 184 voti a favore, 122 contrari e due astenuti era stata approvata la nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023.
La legge di bilancio prevede la rimodulazione del reddito per le persone tra i 18 e i 59 anni, con riduzione del sussidio a 7 mesi nel 2024 e la riformulazione nel 2024 stringendo il pubblico. Altri paletti in vista, ad esempio la perdita del diritto al sussidio in caso del rifiuto alla prima offerta di lavoro.
Non si parla più di offerta "congrua" che valutava "la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti)", anche se questo è scontro di interpretazioni.
L'emendamento, a firma di Maurizio Lupi, fa discutere con la deputata PD Cecilia Guerra che sottolinea come "non si modifica il resto della norma, che si rifa' ai sensi del decreto sul reddito, in cui si definisce la congruità dell'offerta, con un rimando anche al Jobs Act. Il capo dei moderati ha replicato che "non c'è stato nessun problema tecnico ma una riformulazione di un emendamento che avevamo presentato".
La notizia in merito all'approvazione della Manovra arriva direttamente da Nazario Pagano, presidente della commissione I della Camera, il quale segna l'ora delle 6.46 di mattina come momento clou di chiusura dei lavori.
Il ministro dell'Economia Giorgetti si è espresso sulla manovra.