Il Decreto Legge Rave (Dl Rave) è ufficialmente realtà: con 183 sì e 116 no la Camera dei Deputati ha approvato il primo provvedimento del governo Meloni.
Dopo la fiducia dei giorni scorsi, il presidente di Montecitorio Fontana ha deciso di applicare la tagliola della ghigliottina e di serrare i tempi: così facendo sono saltati tutti gli interventi (dichiarazioni di voto comprese) e si è proceduto direttamente alla votazione. Inutili i tentativi delle opposizioni di attuare l'ostruzionismo in sede parlamentare: la discussione è stata interrotta, si prevedono strascichi nei prossimi giorni.
Il governo Meloni continua a procedere spedito e riesce a licenziare all'ultimo giorno utile anche il Dl Rave alla Camera, seppur con la scorciatoia determinante della ghigliottina. La sua scadenza naturale era infatti fissata a mezzanotte di venerdì 30 dicembre.
Smentite dunque le intenzioni che sembravano indicare una maggioranza paziente nell'ascoltare tutti i 157 ordini del giorno. L'opposizione è riuscita a guadagnare del tempo extra rispetto ai dieci minuti pattuiti per ciascun deputato, mentre i rappresentanti di Fratelli d'Italia hanno rinunciato al loro intervento proprio per velocizzare le tempistiche. Qualcosa però è andato storto intorno a mezzogiorno, quando sono stati iscritti altri 38 ordini del giorno da parte di esponenti del centrodestra.
Alla soglia di metà giornata rimanevano ancora oltre 100 ordini del giorno da esaminare, poi una prima accelerata con la comunicazione alle forze di maggioranza di prepararsi al voto entro la prima serata. Intorno alle 14.45 il presidente Lorenzo Fontana ha sospeso la seduta convocando la riunione dei capigruppo che, come ampiamente prevedibile, non ha dato esito positivo. A questo punto la seconda carica dello Stato ha eseguito per la seconda volta nella storia repubblicana la ghigliottina, fino al voto conclusivo che ha garantito il semaforo verde a un provvedimento fortemente divisivo.