La premier Giorgia Meloni lo ha definito il primo test del suo governo, ma anche il candidato dem Pierfrancesco Majorino è consapevole che le elezioni Regionali in Lombardia siano l'opportunità concreta di riportare il centrosinistra alla guida della regione dopo quasi trent'anni.
Ospite della trasmissione "L'Aria che Tira" su La7, Majorino si è sbilanciato su un eventuale pronostico parlando di "sfida difficilissima" e di "partita apertissima". Gli ultimi sondaggi lo danno in leggero svantaggio rispetto al candidato di centrodestra, l'attuale governatore Attilio Fontana.
Il 12-13 febbraio vanno in scena le elezioni Regionali in Lombardia, il cui verdetto è assai incerto come dichiarato dal candidato di centrosinistra Pierfrancesco Majorino. L'ex assessore comunale di Milano, gioca già una prima carta nella sua campagna elettorale, chiedendo virtualmente agli italiani "se ci meritiamo un atto secondo di Fontana e Gallera": il riferimento esplicito è alla gestione del Pirellone della prima ondata covid, i cui errori costarono all'ex assessore alla Sanità Giulio Gallera il posto.
Seduta poi rimpiazzata da Letizia Moratti, oggi avversaria tanto di Majorino quanto dell'attuale governatore lombardo. Fondamentale sarà il sostegno del M5s, la cui fanbase è data in crescita dopo il buon risultato ottenuto alle ultime politiche, e soprattutto cercare di strappare qualche voto a Moratti nell'area liberaldemocratica dal momento che non è previsto il ballottaggio.
Stuzzicato durante la trasmissione sui numeri dei sondaggi, Majorino dichiara con decisione "di essermi candidato per puntare alla vittoria, di certo non per partecipare o per perdere bene". Poi è ritornato sugli errori dell'attuale giunta, parlando di "cambiamento radicale nel campo della sanità, dove serve un salto di qualità tramite l'impiego di risorse pubbliche".
Stando a quanto mostrato nel programma, Attilio Fontana galleggerebbe intorno al 45%, mentre Majorino si fermerebbe al 40%. Lontana da ogni velleità di successo Letizia Moratti, che chiude al 15% circa delle preferenze. Numeri a cui il candidato democratico non guarda "per non portarmi sfortuna".