Trema l'accordo militare tra le due Coree: il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha manifestato l'intenzione di sospendere il patto tra Seul e la Corea del Nord, qualora quest'ultima violi nuovamente il territorio del Sud. In vigore dal 2018, l'accordo mira a ridurre le tensioni militari lungo il confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud: all'epoca, i due stati avevano stabilito di "cessare le varie esercitazioni lungo la linea di demarcazione militare".
Tutto è filato piuttosto liscio sino al 2022, quando da Pyongyang hanno iniziato a violare ripetutamente il patto: da Nord hanno più volte raggiunto il Sud dei colpi di artiglieria, fino a dicembre 2022, la scorsa settimana, quando è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, con l'invio di cinque droni nello spazio aereo sudcoreano. Domenica l'ultimo test missilistico balistico a corto raggio, il primo del 2023, lanciato verso il Mar del Giappone-Mare dell'Est: violazioni che hanno spinto il governo sudcoreano a considerare seriamente l'ipotesi di recedere dall'accordo.
Dopo un incontro a porte chiuse con il ministero della Difesa e il Joint Chiefs of Staff, Yoon Suk-yeol ha rilasciato una seccata dichiarazione che conferma le intenzioni della Corea del Sud, riportata dall'agenzia di stampa Yonhap.
Da Yoon è anche arrivata la richiesta di "una produzione su larga scala di droni di piccole dimensioni difficili da rilevare entro la fine dell'anno" e la creazione di un'unità drone multiuso per aumentare la "capacità controffensiva".
C'è chi non vede di buon occhio tale decisione: alla France Press Hong Min, dell'Istituto coreano per l'unificazione nazionale, ha dichiarato che rottamare l'accordo del 2018 potrebbe essere controproducente, in quanto "aumenterebbe la possibilità di tensioni militari e di un vero e proprio scontro nelle aree di confine". Secondo Hong Min, nonostante Pyongyang abbia violato l'intesa, questa ha comunque aiutato a "prevenire lo scontro militare".