Nuovi dettagli sullo scandalo Qatargate: spunta un tariffario degli eurodeputati corrotti. Secondo quanto riportato dal quotidiano olandese De Standaard, ripreso da Il Giornale, sarebbero trapelati dei documenti che dimostrano come l'ex eurodeputato Antonio Panzeri fosse considerato dal Marocco "un alleato per combattere il crescente attivismo dei nostri nemici in Europa".
Ed è così che Panzeri e soci avrebbero ricevuto 50mila euro per ogni emendamento anti-Marocco bloccato: una somma che, moltiplicata per i 147 emendamenti complessivamente bloccati, raggiungerebbe un totale di 7 milioni e 350mila euro.
Secondo quanto emerso dall'inchiesta, proprio il Marocco sarebbe uno dei Paesi che per anni hanno contribuito a sovvenzionare l'attività della ong Fight Impunity di Panzeri, in carcere dall'8 dicembre scorso. Del resto, a casa dell'ex eurodeputato del Pd e degli altri arrestati sono stati ritrovati sacchi di soldi, a questo punto probabile frutto dei contatti con i servizi segreti del Marocco. Parte di questi soldi sarebbero stati messi a disposizione di Panzeri dopo il suo intervento nell'incontro dello scorso 13 novembre tra una commissione del Parlamento europeo e il ministro del lavoro marocchino.
Intanto Joseph Borrell, ministro degli Esteri della Ue, Alto rappresentante per la politica estera, non ha annullato la propria visita in Marocco, in programma nel finale di questa settimana. Del resto, come confermato da Peter Stano, portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), "non ci sono prove" del coinvolgimento del Marocco in Qatargate.
Proprio Borrell, però, fa parte dello stesso gruppo parlamentare, i Socialisti&Democratici, di cui era membro Panzeri fino al 2019 e di cui fanno parte la greca Eva Kaili, già in carcere, Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, i due nuovi incriminati dalla Procura di Bruxelles, per i quali è stata chiesta la revoca del diritto all'immunità parlamentare. Tutti, neanche a dirlo, fortemente pro-Marocco e pro-Qatar.